Editoriali Slider — 20 Febbraio 2023

La conferma, negli aspetti generali, dell’evoluzione precedentemente esaminata continua, anche e tuttavia, a presentare punti di incertezza relativi alla esatta direzione dell’affondo. La medesima evoluzione, esemplare e che si presta ad una bella discussione didattica, dovrebbe comunque presentarsi con le caratteristiche dei significativi scambi termici tra latitudini destinati a maturazione completa. A prescindere dall’esatta direzione della suddetta spinta fredda in quota, più o meno diretta sul mediterraneo o sull’iberia, siamo di fronte alla rimonta azzorriana che coadiuva una colata fredda sul continente in un contesto che, tendenzialmente, vede entrambe le contrapposte azioni combinate evolvere, più o meno, in cut-off. Nel disegno riferito alla situazione prevista a metà terza decade anche l’occhio inesperto può cogliere facilmente il senso dell’onda calda in quota che spinge verso nord o verso nord-est e della complementare onda fredda che spinge verso sud o verso sud-ovest a generare un polo freddo figlio più o meno lasciato al suo destino e alla sua vita indipendente. Poiché in questo caso l’evoluzione prevede che anche la spinta calda possa caratterizzarsi come un esteso cut-off anticiclonico sull’europa centro-settentrionale possiamo certamente parlare del classico processo in cui, come sopra detto, il grande scambio termico in meridiana giunge sino al suo massimo grado di maturazione. Differenze termiche e conseguenti variazioni di pressione, forza di coriolis e vorticità fanno tutte, in tal senso, la loro parte così da consentire o determinare figure meteo ed evoluzioni come quelle che stiamo trattando. Un profilo, come quello di due grandi onde contrapposte distribuite lungo i meridiani, che vede i due assi relativi ruotare gradualmente in senso orario fino ad un loro allineamento lungo i paralleli, finisce per determinare una configurazione a dipolo, più o meno duratura, in cui ad una depressione a più basse latitudini corrisponde una alta pressione a latitudini più alte, proprio come nel nostro caso. La medesima depressione è, per come si è visto, la conseguenza dello sgancio verso sud-ovest di un polo freddo che dalla sacca origine si separa andando con essa in, più o meno temporanea, opposizione di fase; l’area di alta pressione sul centro-nord-europa, a sua volta, è la conseguenza di una grande onda barica positiva che muove verso nord-est e poi verso est a vorticizzare in cut-off anticiclonico. Con la simbologia del disegno intendo rappresentare proprio tale evoluzione, in cui, osservando i tre step, si può cogliere il senso della medesima nella quale l’alta pressione muove verso levante sul continente ed una bassa pressione si sviluppa sul mediterraneo occidentale in base a due forcing contrapposti orientati lungo i paralleli. Quanto una tale situazione sia in grado di apportare una fase instabile/precipitativa e fredda non è ancora facile da dirsi. Come già detto in precedenza è possibile che, visto il probabile affondo abbastanza decentrato ad ovest, il freddo sia costretto, almeno inizialmente, a non entrare, ma possa poi riuscire ad entrare, più o meno temporaneamente, in un secondo tempo con l’apertura della porta orientale dettata dal determinarsi della configurazione a dipolo sopra menzionata…

Pierangelo Perelli

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