Editoriali Senza categoria Slider — 15 Febbraio 2021

Dal freddo al caldo, o dall’inverno alla primavera, nell’arco di alcuni giorni, significa che il prolungamento di una saccatura di matrice artico-continentale viene sostituito, con modi relativamente rapidi, da una decisa azione anticiclonica sub-tropicale. E’ bene sapere che quando si parla di saccatura o di promontorio in quota (nelle carte colori freddi e colori caldi) significa parlare, effettivamente e rispettivamente, di sacca di aria fredda e di cupola di aria calda, ma non bisogna, automaticamente, trasferire detto concetto termico al suolo o nei bassi strati. La correlazione tra quota e bassi strati è complessa e non necessariamente corrispondente ad una situazione termicamente sovrapponibile. Al netto di tale osservazione va da sé, comunque, che alla rimonta in pieno mediterraneo del sub-tropicale non possono che corrispondere, anche se con il raffreddamento notturno eventuale da irraggiamento, stabilità e subsidenza, e, pertanto, rialzi termici più o meno significativi. Va detto, peraltro e in questi casi, che tra un clima particolarmente mite e nebbioso ed un clima non freddo ma vagamente più settentrionale non ci corre molto e ci corre la differenza che separa una disposizione anticiclonica più centrata o leggermente più ad oriente ed una disposizione anticiclonica leggermente più spostata ad occidente. Da questo punto di vista quel che sarà nel dettaglio lo vedremo. Quello che possiamo affermare con maggiori certezze è che, dopo una breve fase occidentale interlocutoria, il nostro sub-tropicale alzerà di nuovo la testa ma questa volta la alzerà proprio nel bel mezzo dei nostri mari e, probabilmente, anche con modi assai decisi, al punto tale di generare un blocco di tutto rispetto e stabilmente ben disposto su buona parte dell’area centro-occidentale del continente (frecce grandi rosse). Il disegno della situazione in quota a livello emisferico prevista a distanza di circa una settimana identifica detta azione in modo chiaro, rilevando il contesto generale di un vortice polare relativamente compatto ma disturbato o compresso proprio al livello della nostra longitudine. Come si può notare lo sviluppo relativo è anche coadiuvato dal classico cut-off marocchino (freccia grande blu) che, di certo, non aiuta eventuali controeffetti da mobilità zonale. Certi personaggi che professano l’imminente arrivo dell’era glaciale e che si sono esaltati nel corso del recente afflusso freddo verosimilmente, e come fanno sempre quando invece arriva il caldo, minimizzeranno, e poi diranno che a questo punto della stagione certi anticipi di primavera sono normali. Ma se la serietà impone di guardare alla meteo con cognizione scientifica, oggettività, e non con lo spirito pregiudiziale del tifoso istintivo, occorre ammettere che una fase come quella che si profila dopo la fin troppo breve fase artica degli ultimi giorni non stimola di certo a descrivere questa stagione invernale italica prossima al termine come particolarmente fredda e particolarmente vicina all’incipiente era glaciale. Detto questo dobbiamo anche segnalare, tuttavia, che ritenere l’inverno davvero finito sarebbe assai errato giacché certi ritorni marzolini di inverno li conosciamo bene e poi perché certe rimonte anticicloniche islandesi che vari modelli prospettano per il lungo termine di fine mese o di inizio marzo (vedi frecce piccole) non lo consentono…

Pierangelo Perelli

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