Editoriali Slider — 14 Dicembre 2022

Premesso che le prospettive meteo natalizie non depongono affatto a favore di un bianco natale è certamente vero che su quanto accadrà effettivamente a distanza di una decina di giorni c’è ancora molto da scrivere. In ogni caso la possibilità che nel corso del proseguimento del mese che ci conduce a fine seconda o ad inizio terza decade la situazione euro-atlantica evolva nella direzione di una non invitante configurazione simil WR3 o simil EA+, è tangibile. Tutto questo tradotto significa affondi a largo sul medio atlantico e rimonte in sede euro-mediterranea, e, in altre parole, disposizioni generali sud-occidentali, più o meno anticicloniche. Non è affatto detto che la faccenda si concretizzi con modi marcati e duraturi; ma è certamente vero che in un contesto evolutivo del genere il freddo e l’inverno autentico tendono ad allontanarsi. E se attualmente il quadro generale, che non è quello di veri afflussi freddi, è quello di un flusso occidentale a fronte polare relativamente basso di latitudine che produce un tempo moderatamente invernale o autunno/invernale, nel medio e medio-lungo termine una tale contesto potrebbe sfumare a favore di un rialzo in latitudine dello stesso fronte polare e/o di un suo orientamento da sud-ovest a nord-est. Il che vorrebbe anche dire passare da questa situazione moderatamente invernale o autunno-invernale a qualcosa che ricorda più un autunno che l’inverno, con temperature più alte e con tempo più stabile. E questo in rapporto, apparentemente in modo paradossale, ad un possibile stato di split o di elevato disturbo del vortice polare, sempre augurabile da parte dei freddisti ma, ahimé, non necessariamente, come in questo caso, orientato nei modi che spingono lo stesso vortice polare in meridiana verso il mediterraneo. Se, infatti, come sembra poter accadere nel prossimo futuro, la spinta si muove molto a largo e in pieno atlantico il risultato è che la corrente canadese ci saluta, che il freddo scivola in quelle zone e, nel contempo, che al mediterraneo tocca l’opposto. In ogni caso vedremo, anche perché i rialzi eventuali del sub-tropicale comportano un clima mediterraneo che può risultare molto diverso a seconda di come effettivamente tali rialzi si distribuiscono. Il disegno identifica la situazione prevista a 500 hPa a fine seconda o ad inizio terza decade in cui appare evidente il profilo di un ambizioso sub-tropicale, mentre la simbologia intende mettere a confronto il profilo del jet stream dei 300 hPa attuale (colore viola) con quello possibile di quei giorni (colore blu). Provando grossolanamente e visivamente ad immaginare una regressione lineare dell’andamento latitudine su longitudine verso est del profilo del jet stream si può dedurre come, nelle prospettive attuali, lo stesso profilo tenda a salire ed a ruotare in senso antiorario, e tenda a regalarci non proprio augurabili correnti in quota sud-occidentali…

Pierangelo Perelli

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