Editoriali Slider — 09 Giugno 2020

Si conferma, per il medio termine, la, quanto meno provvisoria, interruzione del bel flusso groenlandese o nord-atlantico di questa fase, autore di spiccata instabilità e di clima gradevole. Forse però, a dispetto di una evoluzione che può puntare ad allontanare verso occidente le depressioni e a far alzare la testa all’africano, decisi presupposti per mettere inquietudine nel sistema nervoso dei freddisti, non ci sono. La rotazione oraria del profilo occidentale del promontorio anticiclonico oceanico, unita ad una estensione meridiana dello stesso anticiclone, di fatto porta aria calda in quota su islanda e scandinavia ma cede il fianco sud-occidentale alle infiltrazioni atlantiche che, per effetto di detta evoluzione, smettono di puntare il mediterraneo da nord-ovest e tendono a puntare l’atlantico iberico da settentrione. Non è un cambio di poco conto questo, ma è altrettanto vero che è bene esaminare il trend dei giorni di metà mese e di quelli successivi con una certa attenzione, giacché lo stesso trend non appare così semplice, lineare e scontato. Il disegno mostra la configurazione prevista in quota nel fine settimana e, con la cellula scandinava, l’alta delle azzorre defilata verso ovest e lo scavo ad ovest dell’iberia, fornisce già l’idea della evoluzione suddetta. L’ultimo scampolo delle infiltrazioni di questi giorni è rappresentato dalla piccola saccatura presente su francia e golfo ligure, e destinata muovere verso adriatico meridionale e grecia (relativa freccia). E’ l’ultimo scampolo perché a monte la distribuzione ciclonica in conformazione ad occhiale presente sul vicino oceano tende a distribuirsi lungo i meridiani. La medesima tende poi anche a dilatarsi lungo gli stessi meridiani ed ruotare il suo asse (linea tratteggiata e relative frecce) in senso antiorario, mandando in riassorbimento il suo polo settentrionale e facendo muovere verso sud e sud-est quello meridionale. In detta fisionomia generale risulta evidente la graduale scomparsa del flusso diretto verso il mediterraneo dal nord-atlantico mentre risulta, invece, ben definita la nuova situazione associata ad un flusso atlantico che punta l’area di gibilterra e che, di conseguenza, tende ad alimentare una rimonta sub-tropicale sul mediterraneo occidentale (linea e freccia rosse). Come detto, un cambio del genere non può non far temere un corso tutto nuovo e dettato dall’africano, ma, per fortuna, al momento occorre anche valutare una prospettiva di lungo termine indicativa della tendenza successiva nella direzione di un ulteriore cambio a favore di un forcing occidentale, evidentemente in grado di rimescolare le carte in un modo non certo favorevole all’africano. Vedremo…

Pierangelo Perelli

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