Editoriali Slider — 08 Gennaio 2019

Il corso del tempo che, secondo la maggior parte dei modelli, sembra evolvere da qui alla terza decade, può essere scomposto in tre fasi: un prima fase, quella in atto, rappresentata dalla oramai invecchiata situazione pattern wave2, veicolo di successive irruzioni artiche dirette su balcani e mediterraneo centro-orientale; una seconda fase, inquadrabile nell’ambito della prossima settimana, caratterizzata da una maggiore zonalità con contemporanea moderata influenza azzorriana e con la possibilità di infiltrazioni di nord-ovest; una terza fase, ben più ipotetica, di inizio terza decade, promettente di nuovi dinamismi meridiani. Definisco questa terza fase ben più ipotetica perché, al momento, non esiste univocità dei modelli nel senso suddetto e perché nessuno può ammettere con certezza cosa effettivamente accadrà, per quanto molti si sforzino, vedo, di esaminare ossessivamente i trend del VPS, del VPT e degli indici, e si sforzino di fare deduzioni conseguenti, sul lungo termine, tanto fantasiose quanto inutili. Naturalmente non sto affatto sminuendo il valore tecnico-scientifico della modellistica e delle analisi meteo e climatologiche, tuttaltro. Detto questo e tornando alla possibile, ma non certa, evoluzione suddetta, ho schematizzato le tre fasi, fissando la situazione prevista da certi modelli a livello emisferico e del VP della media troposfera, rispettivamente al giorno 11, al giorno 15 ed al giorno 23. La situazione del giorno 11 vede la spinta artica, in fase di continentalizzazione, in atto su balcani e parte del mediterraneo, che va allontanandosi verso sud-est; quella del giorno 15 vede la maggiore zonalità suddetta con appiattimento dell’azzorriano; quella del 23 vede la possibilità di un maggiore scompaginamento del VP, in un ipotetico contesto wave1/wave2 non estraneo alla eventualità di aumenti barici in sede artica. Se quanto accadrà tra 10-15 gg è tutto da scoprire e lo vedremo, va detto che, alla fine, altro non stiamo facendo che raccontare un andamento del mese in perfetta sintonia con il periodo, lontano anni luce da eventi freddi di particolare rilevanza, e, per il momento, altrettanto lontanissmo da particolari scompaginamenti del vortice polare. Da freddista, e sempre speranzoso di poter assistere, entro la fine della stagione, a sconvolgimenti del VP degni di nota, con molta sincerità, e senza scomodare gli inverni storici, come prima parte dell’inverno ho visto assai di meglio…

Pierangelo Perelli

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