Climatologia — 09 Aprile 2016

09-04-2016 – Salve a tutti, aggiornamento modelli, con notizie dal sapore agrodolce, soprattutto per i freddofili. Iniziamo dal presente. Al momento instabilità in ordine sparso è presente nelle regioni italiane, in virtù della presenza di un impulso perturbato Atlantico (perturbazione n.2) che sta abbordando le regioni tirreniche, con rovesci sparsi, che tenderanno a intensificarsi nel pomeriggio (fig.1).

fig.1

 

EUMETSAT_MSG_RGB-naturalcolor-centralEurope (1)

 

Come solitamente accade nel mese di Aprile e, in generale, nella prima parte della primavera, il mar Mediterraneo è poco reattivo, in quanto freddo, alle entrate Atlantiche e, pertanto, l’instabilità tenderà a concentrarsi nelle regioni interne appenniniche e del nord, grazie all’aria fredda presente in quota, con rovesci e temporali anche piuttosto diffusi nel pomeriggio (fig.2).

fig.2

pcp12hz1_web_3

 

 

L’aria fredda ha comunque raggiutno anche il suolo nel Mediterraneo occidentale, mentre l’onda calda africana ha spostato il suo raggio d’azione più a est, con temperature da Maggio inoltrato in Ucraina ed est europeo in genere (fig.3).

fig.3

temperature_europe

 

Come accennato più volte in questi giorni, l’attuale fase fresca e instabile durerà fino a lunedì, pronta a lasciare il posto a una nuova fase calda e spiccato contributo africano, grazie al peculiare assetto barico che andrà ad assumere il nuovo affondo perturbato in Atlantico, visualizzato dalle perturbazioni n.3.e 4 in fig.1 (fig.4).

fig.4

ECH1-48

 

 

Il periodo caldo potrebbe essere anche molto lungo e l’ultimo pannello del modello europeo, datato 19 Aprile è davvero emblematico e didattico a riguardo (fig.5).

fig.5

ECH1-240 (1)

 

Come si vede dalla fig.5, la nuova risalita della wave 1 aleutinica lungo le Montagne Rocciose e l’ennesimo affondo del lobo canadese a sud della Groenlandia e Islanda potrebbero riproporre l’assetto barico a scala emisferica estremamente favorevole a reiterate rimonte calde di stampo africano nel Mediterraneo centrale. Si vede, infatti, come il territorio italiano e in particolare le regioni centromeridionali siano soggette alla presenza di un promontorio anticilonico (cresta d’onda di Rossby) così come in pieno Atlantico sia presente ancora una volta un profondo cavo d’onda. Tale assetto è correlato, come evidenziato in molti editoriali (fino alla noia in verità) all’attuale distribuzione a scala emisferica delle SSTA oceaniche e non sembra voler cambiare facilmente il proprio trend. Gli effetti, se confermati,potrebbero essere piuttosto pesanti, in termini di caldo anomalo per le nostre regioni (fig.6).

fig.6

Recm2402

 

Temperature oltre i 30° C potrebbero assolutamente essere alla portata già la prossima settimana in questo caso nelle pianura interne del centrosud e, forse, anche in alcuni settori della pianura Padana, aggiorneremo in merito.

Con buona probabilità, nei prossimi 10 giorni in molti assumeranno toni allarmistici invocando cambiamenti climatici irreversibili, ma è un fatto che il trend attuale sia correlato a una peculiare e reiterata presenza di alcune configurazioni bariche che vedono la presenza di periodi molto freschi e instabili nell’Atlantico occidentale e centrali e frequenti rimonte calde in quello orientale (ottima correlaziione con fase di PDO positiva). Pertanto, le cause della futura ondata di caldo e del deludente inverno appena trascorso appaiono chiaramente correlate a cicli naturali, in cui una inversione di tendenza è assolutamente possibile in futuro, seguiremo anche questo aspetto

 

 

Ciao ciao

Ilario Larosa (meteogeo)

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