Editoriali Slider — 28 Novembre 2020

Quanto dicembre offrirà veri spunti invernali non lo possiamo scoprire certo oggi. Archiviato un finale di novembre che si delinea esattamente per come indicato in analisi precedenti, ovvero offrendo al mediterraneo gli effetti di una azione ciclonica occidentale delle basse latitudini senza apprezzabili richiami di freddo continentale, quanto ci racconta l’inizio del mese sembra includere alcuni motivi degni di interesse. Di fatto la già ampiamente esaminata tendenza dell’anticiclone atlantico a mantenersi a latitudini di una certa altezza può, a dispetto di un forcing generale che tende ad ostacolare vere e proprie azioni retrograde, azionare comunque spinte settentrionali artiche o artico-marittime di un certo significato. Da qui a dire che avremo un inizio del mese da gioia dei freddisti ce ne corre e non è neanche detto che, di vero freddo, ne avremo. Possiamo, in ogni caso, prendere atto del fatto che, per il corso della prima decade si delineano due affondi che meritano attenzione. Per quanto a carattere maggiormente freddo sembra essere quello di medio termine e dei primi giorni (2-3) il prospetto di una successiva grande saccatura a disposizione assai meridiana, prevista tra il primo prossimo fine settimana e l’inizio della settimana successiva, in discesa sull’iberia e poi destinata a residuare in un polo freddo proprio in pieno mediterraneo, non può non muovere pensieri e riflessioni. L’irruzione dei giorni 2-3 dicembre, alimentata dall’aria fredda dei mari del nord, non potrà certamente mancare di produrre una fase ad impronta invernale, e con tanto di depressione centrata sui nostri mari. La configurazione in gioco non sembra tale da rendere detta depressione in grado di attirare l’oriente e di marcare un episodio da aria fredda continentale, tant’è che la medesima tende a disegnarsi come la classica depressione incastonata, ma non potranno mancare certamente l’influenza del polo freddo in quota e, forse, neanche, pur nel gioco generale di un richiamo anche sciroccale a più basse latitudini e sull’adriatico, un certo moderato richiamo balcanico evidentemente disposto alle latitudini del settentrione. Appena terminato detto episodio si apriranno quindi le danze di un nuovo scenario dettato inizialmente dal significativo richiamo meridionale o sud-occidentale della grande saccatura nord-atlantica sopra menzionata ed in rapida discesa sull’iberia, potenzialmente in grado di regalare una fase da ciclone mediterraneo, certamente piovosa e più autunnale che invernale, ma anche, in una prospettiva di più lungo termine, magari in grado, meglio della precedente, di disegnarsi poi come un polo che, per merito di una adeguata disposizione barica russo-siberiana, attira il freddo oriente. Il disegno, con le frecce grandi rappresentative dei flussi in azione al suolo, mostra la situazione prevista in quota ed al suolo per i giorni 2-3, mentre le frecce piccole vogliono indicare il trend di medio-lungo termine associato all’affondo nord-atlantico descritto…

Pierangelo Perelli

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