Editoriali Slider — 28 Giugno 2023

Il disegno della situazione generale di questa mattina ci racconta molto bene la fase meteo in atto, dominata dal quadro della discreta presenza di un sub-tropicale in atlantico e di un azzorriano si influente ma non così energico in mediterraneo da impedire qualche infiltrazione. Una infiltrazione di un certo peso è quella, ad es., destinata a coinvolgere il nostro centro-nord tra venerdi e sabato prossimi. Detto piacevole contesto, sostanzialmente azzorriano e zonale, può arrivare ad influenzare anche il tempo dei primi giorni di luglio, almeno sino ai giorni 4/5. A quel punto sarà da vedere se, a seguire, e non ce lo auguriamo, andranno a concretizzarsi le ragioni di una rotazione in senso antiorario della direzione del flusso dominante e di una possibile conseguente espansione del sub-tropicale in area mediterranea. Tutto questo ci offre lo spunto per trattare di un luogo comune che, da un bel pò di tempo, si è insinuato non solo nel gergo popolare ma anche, ahimé, in certi servizi meteo evidentemente non così precisi o corretti. In base a tale luogo comune sembra che le estati siano preda assoluta e quasi permanente dell’anticiclone africano, presente ogni volta che si hanno fasi stabili e calde anche quando non c’è. Intanto è bene aver presente che anticiclone africano ed anticiclone atlantico sono componenti del dinamismo di un elemento comune costituito dal sub-tropicale o dalla fascia delle alte pressioni sub-tropicali. Detta fascia presenta le naturali ondulazioni che sono all’origine delle sue espansioni in atlantico o dal nord-africa, e che servono, appunto, a definire ed inquadrare le componenti suddette. Poi, quando si parla di anticicloni o di alte pressioni, c’è sempre da distinguere tra le dinamiche e le strutture del menzionato sub-tropicale che coinvolge la quota e quelle delle alte pressioni al suolo, evidentemente condizionate da quanto avviene in quota ma non solo. Possiamo avere, ad es., un promontorio in quota che dal nord-africa si porta in mediterraneo correttamente definibile anticiclone africano ma, corrispondentemente, un’area anticiclonica al suolo in mediterraneo più che sul nord-africa, e, pertanto, meglio definibile anticiclone mediterraneo più che anticiclone africano. L’estate di questi ultimi giorni poteva non essere, per molti, quella dell’africano ? No, non poteva. Peccato che se osserviamo la situazione vediamo che non esiste, sull’italia e sul mediterraneo centrale, nessun africano, né in quota e tanto meno al suolo. Vediamo, invece, che, semmai, sussiste una influenza dell’anticiclone atlantico. E’ pur vero che a largo dell’africa sull’oceano è presente una debole falla che tende a scindere due aree anticicloniche in quota ma non mi sembra che lo stesso disegno sia tale da configurare una componente africana, quanto meno sulla penisola. Sia i flussi in quota (frecce rosse) che quelli al suolo (frecce chiare) circoscrivono, infatti, una generale struttura che fa capo, in entrambi i casi, alle alte pressioni oceaniche, moderatamente estese verso oriente e all’origine della fase estiva in atto…

Pierangelo Perelli

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