Editoriali Slider — 27 Marzo 2023

Capire bene le ragioni di questa siccità o scarsità di piogge rispetto ad un passato certamente ben più prodigo in tal senso spetta ai climatologi. Limitandoci ad osservare quanto si sta proponendo in questa fase e sempre più spesso, e ricordando il passato di primavere caratterizzate anche da giornate di piogge abbondanti, ci appare evidente un fenomeno che oramai è diventato familiare, e cioè una invadenza del sub-tropicale, eccessiva e frequente. A volte, a disturbare, è il suo ramo africano ed a volte è quello atlantico, troppo presente oltre una certa latitudine così da impedire che la traiettoria delle perturbazioni atlantiche sia quella che attraversa la penisola iberica. Non che le piogge arrivino solo per effetto di perturbazioni con siffatti destini. Possono arrivare anche nel caso di irruzioni dai quadranti settentrionali o orientali, ma, evidentemente, sempre nel caso in cui l’oggetto del desiderio di tali irruzioni sia il mediterraneo occidentale e le dinamiche siano quelle in cui si attivano le piene ritornanti da sud-ovest in quota ed in cui si concretizza una ciclogenesi geograficamente ben piazzata sui bacini occidentali. Il disegno in alto simboleggia quanto sta avvenendo in questa fase della stagione, secondo cui l’ostacolo delle alte pressioni suddette delinea un corso perturbato che raggiunge l’europa alle medie latitudini e che poi piega sulla penisola da nord-ovest. Con un trend del genere è assai complicato che si abbiano piogge di rilievo ed estese, in quanto la saccatura non ci investe da ovest, la sua curvatura e la sua ritornante inquadrano un asse disposto da nord-est a sud-ovest in rapido movimento verso est o sud-est, le correnti in quota instabili da sud-ovest non coinvolgono bene il mediterraneo e risultano piuttosto decentrate a levante, non può sussistere una adeguata ed utile ciclogenesi sui bacini occidentali e là dove la medesima può corrispondere ad un significativo apporto di aria umida con associate correnti sciroccali. Il disegno in basso, viceversa, vuole rappresentare una delle situazioni, e la più ambita da questo punto di vista, favorevole alle classiche piogge estese e di una intera giornata, in cui il flusso dominante ed ondulato occidentale si dispone a latitudini sufficientemente basse, non trova eccessive barriere anticicloniche, e traina le perturbazioni lungo il corridoio iberico, facendo in modo che, in mediterraneo, le stesse perturbazioni risultino in ondulazioni negative in quota sufficienti a rifornirci di quelle correnti instabili sud-occidentali che investono tutta la penisola a partire da ovest, e di quella ciclogenesi più o meno spinta che alimenta la troposfera di abbondanti masse di aria umida. La primavera di questa fase, come già descritto in precedenza, ha assunto e va assumendo le caratteristiche di una stagione più vivace e dinamica, associata ad una maggiore variabilità. Ma è anche vero che una maggiore influenza di possibili affondi di aria instabile quale causa di tale maggiore variabilità, finché si manifesterà con l’evoluzione delle situazioni rappresentate dal disegno in alto, più che grandi piogge non potrà che, vista la presenza di alte pressioni sul mediterraneo occidentale e i conseguenti elevati gradienti barici, causare rapidi passaggi con tanto vento piuttosto che con grandi piogge…

Pierangelo Perelli

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