Editoriali Senza categoria Slider — 20 Dicembre 2019

La sfuriata atlantica in corso segna lo sfondamento della barriera sciroccale degli ultimi giorni e prelude, secondo uno schema emblematico di alternanza, alla nuova rimonta anticiclonica, stavolta per fortuna disposta ad ovest, in rimonta su iberia ed europa occidentale ed in veste di chiusura del flusso oceanico instabile. Occorre segnalare che il medesimo futuro promontorio presenta connotazioni che ben poco, almeno inizialmente, hanno a che vedere con la possibilità di aperture al freddo del nord o della parte orientale del continente. Il medesimo presenta, semmai, le connotazioni di un elemento stabilizzante poco disposto a grandi salti meridiani. La dinamica evolutiva del promontorio suddetto, tuttavia, seppur in presenza di un vortice polare assai spigliato e compatto ed ancorato a decisa mobilità zonale, non appare ancora così certa e nulla esclude sue future possibilità di spinte più decise e verso nord-est. In ogni caso la sua disposizione appare, quanto meno, in grado di assicurare una fase, a partire da inizio settimana, ben più stabile, ed eventualmente foriera delle correnti nord-occidentali in quota ed orientali al suolo tali da ostacolare ristagni e da garantire un clima relativamente asciutto. Su futuro ulteriore, poi, che ci porta alla fine dell’anno ed oltre, i modelli non denotano ancora quella univocità che consente di poter fare delle ipotesi solide. Prevale, tuttavia, prima di tutto il segnale di un anticiclone assai attivo nel continuare a disporre barriera verso l’oceano e poi, nel caso di alcuni modelli, il segnale di un anticiclone attivo nel promuovere pulsazioni disposte sempre più ad ovest, secondo uno schema che può piacere ai freddisti in quanto conforme alla possibilità che si vengano a creare, prima o poi, le condizioni per discese artiche verso il mediterraneo. Quanto mostra ECMWF, in termini evolutivi da metà settimana al 30 dicembre (vedi disegno della situazione prevista il giorno 30 e della evoluzione di una isoipsa di riferimento), ad es., si allinea allo schema evolutivo suddetto in quanto evidenzia un anticiclone atlantico che, persistentemente relativamente elevato in latitudine, sposta il promontorio verso ovest e verso l’oceano, consentendo maggiori possibilità di discesa alle masse fredde dei mari del nord). Appare chiaro, in ogni caso, come il vero freddo, salvo sorprese, non risulti ancora nell’ambito delle varie prospettive che ci portano alla fine dell’anno…

Pierangelo Perelli

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