Editoriali Slider — 17 Gennaio 2019

Alcuni modelli confermano la fase di tempo instabile o di maltempo dei primi giorni di terza decade, sostenuta dalla discesa di aria artica, sotto forma di un vero e proprio nucleo carico di aria molto fredda in quota. La colata artica può espletarsi attraverso la discesa di successive spinte, tra il 22 ed il 25, e destinate al mediterraneo occidentale. In questo tipo di situazioni l’inevitabile ciclogenesi coinvolge la penisola in modo generalizzato, con rimonta sciroccale sul centro-sud e fenomeni più invernali sul centro-nord, dove la scena vede una maggiore influenza dell’aria fredda in quota. L’evoluzione nel dettaglio rimane peraltro incerta e occorre anche ammettere che sussiste tuttora discreta discrepanza tra i vari modelli. Analizzandone alcuni vi si può intravedere la probabilità che, almeno in una prima fase, l’evoluzione seguente di tale ciclone mediterraneo possa essere la sua relativa persistenza con minimo sull’alto tirreno o sul tirreno, con continentalizzazione graduale, con rotazione oraria delle correnti settentrionali e con ingresso di aria fredda anche al suolo da oriente sul settentrione. Una tale descrizione evolutiva, esemplare o classica secondo quanto può accadere a porta occidentale chiusa e con minimo mediterraneo alimentato da discese di aria artica, però, non è la sola possibile, e, a tuttoggi, molto dei dettagli del medio-lungo termine risulta ancora da scoprire. Il disegno si riferisce alla situazione prevista da ECMWF per il giorno 25…

Pierangelo Perelli

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