L’opposto di quanto auspicato dai freddisti è nelle mire programmatiche del tempo per il prossimo futuro, sulla base della maturazione di una configurazione che vede una apprezzabile rimonta sub-tropicale ed un contesto tanto relativamente primaverile nei possibili effetti quanto poco conforme alla primavera classica nella disposizione barica. Una cupola anticiclonica in quota di aria calda a cui corrisponde una componente meridionale o sud-occidentale al suolo rappresenta la situazione esattamente opposta a quella auspicata dai freddisti, che è, invece, quella di una sacca di aria fredda in quota a cui corrisponde una componente settentrionale o orientale al suolo. Va detto che in casi del genere, oltretutto, ammesso che effettivamente l’espansione anticiclonica in mediterraneo si definisca, non è affatto detto che la fisionomia del tempo sia quella di un bel cielo limpido con aria mite. Nella stagione invernale e soprattutto quando la componente barica è si anticiclonica ma associata all’area occidentale dello stesso promontorio, a causa di infiltrazioni di aria umida nei bassi strati e di aspetti di dinamica termica o termico-orografica, il tempo può essere mite ma anche nuvoloso o nebbioso. Da questo punto di vista, comunque, sperando almeno in una atmosfera la più limpida possibile, i dettagli li vedremo. La situazione generale prevista tra i giorni 23 e 24 febbraio, che è quella illustrata dal disegno, mostra il momento di massima maturazione del classico trend che vede coinvolti, in modo complementare, un affondo meridiano oceanico su spagna occidentale, gibilterra e sino all’africa nord-occidentale, e una risposta anticiclonica afro-mediterranea. E detto momento di massima maturazione è appunto quello nel quale l’affondo menzionato diventa una circolazione depressionaria chiusa o cut-off, affogata nell’area anticiclonica che si espande sino sull’europa centrale. Stiamo naturalmente parlando di quanto si delinea in quota, ma stiamo anche parlando di una evoluzione che ragioni di dinamica atmosferica disegnano nella forma di una relativa alta pressione anche al suolo e di relative correnti meridionali. Al netto della possibilità, da confermare, di una certa non totalmente esclusa interferenza negativa sulle isole o sull’estremo sud-ovest della penisola da parte della circolazione ciclonica, tutto questo si traduce o può tradursi in una fase di alcuni giorni almeno assai poco invernale e certamente associata a rialzi termici più o meno significativi. Quanto si può dire poi sul dopo, ovvero sul finale del mese, permane al momento ancora di difficile definizione, anche se sembra si possa considerare, come ipotesi degna di considerazione, quella che vede un graduale ridimensionamento con trasferimento verso est dello stesso promontorio e una certa progressione di qualcosa di più attinente ad un contesto occidentale o atlantico (vedi frecce)…
Pierangelo Perelli

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