Editoriali Slider — 14 Novembre 2022

La stagione, più o meno, è rientrata nei suoi ranghi e nell’ambito di un contesto di sicuro segno autunnale. L’azione anticiclonica continentale, all’origine del vortice balcanico destinato ad ulteriore migrazione retrograda e ad essere riassorbito dal flusso oceanico, lascerà, come conseguenza, l’effetto di un certo riscaldamento in quota alle alte latitudini, assimilabile ad un risultato simil scand+ , tanto in grado di pilotare, a quel livello, una temporanea azione easterlies, quanto, in associazione, di azionare il moto retrogrado di un nucleo freddo o di una diramazione del vortice polare. Ma, come tendenza, non saranno questi, per il mediterraneo, gli elementi di forcing a prendere il sopravvento. A prendere gradualmente il sopravvento sarà, invece, l’atlantico, con il suo flusso occidentale e la sua variabilità, talora perturbata. Sia in autunno che in inverno una evoluzione del genere è abbastanza frequente ed è quella in cui flusso occidentale alle medio-basse latitudini e flusso orientale alle alte entrano in fase e non consentono le spinte nord-est/sud-ovest tanto ambite dai freddisti. Ovverosia, i forcing concorrono ad alimentare la tipica fascia depressionaria delle medie latitudini e le eventuali, ma non necessariamente presenti, azioni fredde di matrice anti-zonale, più o meno associate ad alte pressioni dinamiche o termiche, coinvolgono le latitudini elevate. Semmai, ma non è detto, risulta possibile, in concomitanza di perturbazioni atlantiche che generano depressioni in mediterraneo e di aree anticicloniche sul nord-est europeo, un certo temporaneo richiamo balcanico o dall’europa orientale, che, evidentemente, tende a colorare le stesse azioni cicloniche di un certo segno invernale. Di fatto, una tale evenienza, vista la tendenziale distribuzione dei centri barici, nell’ambito degli effetti di prossime perturbazioni atlantiche non possiamo del tutto escluderla ma è altrettanto vero che, in linea generale, tutto sembra concorrere nella direzione dell’occidente e poco o per nulla di afflussi freddi. Il mio disegno della situazione generale a livello emisferico prevista intorno ai giorni 17/18 fornisce l’idea dell’evoluzione sopra descritta (situazione a 500 hPa rappresentata dai colori e dal corrispondente profilo isoipsico; situazione al suolo indicata dalle linee bianche rappresentative delle isobare). Identifica la moderata spinta anticiclonica che disturba il vortice polare oltre la scandinavia nonché la conseguente risposta antizonale con l’accenno del moto, verso ovest o sud-ovest, di un nucleo freddo in quota dal nord-est del continente. Ma identifica anche una azione ciclonica opposta atlantica, decisamente più significativa e, per come ci raccontano le ultime emissioni modellistiche, in grado di forzare sempre più verso est, di assumere il controllo del quadro meteo euro-mediterraneo, e di costringere le correnti antizonali a starsene molto a nord se non a spegnersi…

Pierangelo Perelli

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