Editoriali Slider — 12 Settembre 2023

Il motivo per il quale certe pagine o servizi meteo debbano scrivere dell’uragano daniel, del medicane che minaccia il sud italia, del ciclone tropicale che colpisce la libia andrebbe chiesto a chi scrive. In alcuni casi dopo aver scritto nel titolo dell’uragano daniel in mediterraneo si corregge il tiro nell’articolo scrivendo che uragano potrebbe diventarlo, mentre in altri non si corregge nessun tiro e si continua imperterriti a parlare di uragano o medicane. Un talk ieri sera, ospite giuliacci, ha fatto emergere molto bene il guaio di questo modo di fare informazione meteo, tra giornalisti che amano far propri i titoli meteo più eclatanti letti su tali pagine senza preoccuparsi di distinguere fra cose corrette e cose meno corrette, ed una meteorologia che, invece, cerca di dire le cose per come stanno. E giuliacci le ha dette. Nel senso che ha detto che la depressione daniel, che dalla grecia si è spostata sulla libia, mai è stata un uragano, un medicane o un ciclone tropicale, descrivendo cos’è un ciclone tropicale. Pertanto coloro che scrivono certi titoli o certi articoli o non sanno cos’è un medicane oppure lo sanno ma scrivono comunque cose del genere per motivi che solo loro conoscono. Bravi e complimenti. Venendo alla evoluzione dei prossimi giorni possiamo inquadrarla in tre step successivi. Il primo è quello in atto di un promontorio anticiclonico in fase di moderato ritiro ad aprire ad un minimo di infiltrazioni atlantiche sulle regioni settentrionali; il secondo è quello di un affondo, inizialmente promettente come fonte di un possibile peggioramento ma, dalle ultime emissioni, in tal senso un pò ridimensionato giacché ostacolato o frenato nel suo moto verso levante e costretto ad affondare, in una prima fase, sull’atlantico iberico/marocchino; il terzo è quello di una mobilizzazione ovest-est destinata a far muovere detto affondo verso est ma con molti dubbi riguardo alle effettive possibilità di un relativo cambio meteo radicale in senso autunnale. Saremo, a quel punto, verso fine decade, ed in un contesto tendente ad una decisa occidentalizzazione, tutta però da vedere, appunto, sul piano della maggiore o minore influenza della fascia anticiclonica o del corso depressionario delle latitudini centro-settentrionali europee. Il disegno, riferito alla situazione di metà mese mostra la saccatura indicata che affonda, in un primo momento e per come rappresentato dalla freccia 1, verso sud, mentre la freccia 2 vuole rappresentare la mobilizzazione successiva e di fine decade in base alla quale tutto prende a muoversi da ovest ad est con la depressione che, di conseguenza, può aprire ad un corso un pò più oceanico…

Pierangelo Perelli

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