Editoriali Slider — 11 Giugno 2022

L’anticiclone delle azzorre, sui vari servizi e siti meteo, non viene più menzionato neanche quando un pò del medesimo è presente o influente. Si parla sempre di africano. In verità va dato a cesare quel che è di cesare e se osserviamo le mappe globali da qui a metà mese possiamo notare una estensione azzorriana, sud-ovest-nord-est, che raggiunge la francia e che, pertanto, si colloca nell’ambito di una fisionomia di un certo tipo, certamente anticiclonica ma non strettamente africana. Semmai è altrettanto vero che non siamo di fronte ai disegni dell’azzorriano più classico, ovvero quelli in cui l’anticiclone atlantico è ben forte in pieno oceano e si prolunga verso est; ed è altrettanto vero che purtroppo siamo spesso e volentieri a rischio africano. Un rischio, quello dell’africano, frequentemente, come in questo caso, sostenuto da un quadro di falle bariche ad ovest. E di fatto la falla che notiamo a ridosso dell’iberia tende a persistere più del previsto fino al punto che potrebbe, ad inizio seconda metà del mese, ridare forza proprio ad un quadro anticiclonico da promontorio dinamico africano e spegnere il ben più gradevole ed attuale profilo di una fascia di alte pressioni che si estende, senza eccesso di promontori, dal vicino oceano al mediterraneo centrale. Prima di dire, però, che avremo una nuova fase ben calda occorre valutare alcuni elementi di dinamica che non sembrano proprio favorevoli all’affermarsi di un promontorio in pieno mediterraneo. La rimonta la si intravede ma sembra doversi concretizzare, infatti, un pò più ad ovest e sulla spagna. Il che significa che la nostra penisola potrebbe non dover sopportare valori barici in quota troppo elevati. Speriamo. E poi c’è dell’altro, e c’è, di altrettanto confortante, un anticiclone atlantico che sembra, in dirittura di fine decade, voler fare quello che non fa da qualche tempo, ed ovvero alzare la testa in meridiana verso le alte latitudini greonlandesi ed islandesi. Non che questo scongiuri per forza l’africano, ma, certamente, proietta una saccatura verso sud e più o meno a ridosso del continente, con la possibilità poi che il medesimo sistema ciclonico, al netto di una sua spinta adeguatamente incisiva, influenzi l’europa e lo stesso mediterraneo. Il disegno, con le frecce più grandi, riferisce della situazione generale prevista ad inizio seconda metà del mese ed identifica sia la rimonta africana sull’iberia che la falla ad ovest sopra menzionate, mentre la simbologia rimanente vuole rappresentare il trend successivo descritto, costituito dalla rimonta in atlantico e dal conseguente promettente affondo sul golfo di biscaglia capace di richiamare la falla atlantico-iberica…

Pierangelo Perelli

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