L’evoluzione meteo che ci conduce verso metà mese appartiene alle dinamiche della tipica irruzione artica destinata a produrre, in senso cronologico, vortice mediterraneo, cut-off iberico, fasatura del medesimo da parte delle correnti atlantiche. Una evoluzione del genere, è bene chiarirlo, è in grado di determinare una fase invernale, certamente movimentata e certamente associata a diminuzioni termiche, ma a carattere episodico e tutt’altro che di grande freddo o di gelo. Va considerata come una irruzione di peso, come la prima vera irruzione della stagione, ma anche come una sfuriata a carattere temporaneo e poco attinente ai blocchi duraturi capaci di attirare masse di aria fredda continentale molto da est o nord-est. Tutto questo in relazione allo scarso orientamento nella direzione di situazioni meridiane solide, appunto, di blocco, e più in relazione ad uno zonale incipiente ed incisivo, in grado di sbloccare il tutto nell’arco di 72 ore. Ho disegnato l’evoluzione suddetta fissandola in 4 step fondamentali, che bene illustrano il senso di un affondo capace di produrre area ciclonica e richiamo di correnti più fredde da levante, ma anche il senso di una circolazione che poi smette di essere alimentata dall’aria fredda e che si isola ad ovest in attesa di rientrare nell’ambito del flusso atlantico. Uno sviluppo del genere, riguardo alle irruzioni artiche e d’altra parte, è anche quello più frequente e probabile. Dalla situazione in quota attuale a quella prevista a 24/36 ore il quadro è quello di una saccatura associata a poli freddi che affonda verso sud, destinata, per come vuole la dinamica atmosferica di questi casi, a ruotare il suo asse in senso antiorario e a distribuire una circolazione ciclonica in mediterraneo, allungata nel senso dei paralleli. Una tale azione non può, naturalmente, non essere associata ad un peggioramento e ad un contesto di segno nettamente invernale. I forcing che vanno a svilupparsi successivamente sono poi quelli che tendono a spingere il vortice verso ovest in senso retrogrado e ad interrompere, di conseguenza, il flusso freddo balcanico, determinando la tipica circolazione semi-isolata, pronta ad accogliere la spinta oceanica e a suggerire i termini di una successiva fase da ovest…
Pierangelo Perelli

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