Editoriali Slider — 03 Luglio 2020

Azzardare previsioni a 15 giorni è assai temerario giacché dette previsioni non possono fornire altro che indicazioni approssimative ed associate a livelli di probabilità relativamente bassi. In certi casi, però, e come in questo, andare un pò oltre non è così scandaloso giacché ancorato ad una modellistica che, sia per il medio che per il lungo termine, presenta, nel merito delle linee di tendenza generale, una buona uniformità. C’è, in particolare, accordo sul fatto che, almeno fino a tutta seconda decade, non risultano ondate di calore degne di tale nome e risultano, con minore o maggiore evidenza, gli elementi di una stagione atlantica anche disturbata da infiltrazioni se non da veri e propri break. E se alcuni modelli, sempre e comunque all’anticiclone delle azzorre, danno il credito di una minore vulnerabilità, altri segnalano momenti di crisi stagionale non indifferente. Il prestigioso GFS, ad es., dopo aver contemplato, in sequenza temporale, l’infiltrazione del prossimo week-end, un successivo ripristino balbettante ed un certo consolidamento di fine decade, ci conduce, attraverso l’evidenza di un preliminare abbassamento del fronte polare, ad un break di metà mese assai significativo. In direzione di fine decade, per come detto, l’alta pressione mostra effettivamente la tendenza verso un certo consolidamento, ma per i giorni successivi fa notare i segni di una sua graduale e sempre maggiore tendenza ad accogliere spinte del nord atlantico e a disporre espansioni meridiane verso l’islanda. L’evidenza di un tale scompaginamento di metà mese può essere ben evidenziata anche dal profilo del jet stream, ben conforme a quello della situazione a 500 hPa ed assai eloquente nel marcare una linea di tendenza tutta spostata a favore di sue deviazioni verso le alte latitudini ed a favore di controspinte negative cicloniche in sede continentale. Il disegno fa riferimento alla situazione prevista in quota a metà mese e vuole mostrare, con la simbologia in sovrapposizione, anche quanto ci dicono, per quel tempo, l’andamento del jet stream e dei relativi forcing di alta quota (linee ed aree annesse). Osservando tutta la fisionomia risulta evidente la falla barica che, in veste di esteso vortice, tende ad affermazione sul continente e che, propagandosi in senso retrogrado e verso meridione, può caratterizzare il senso di un vero e proprio break anche in sede mediterranea…

Pierangelo Perelli

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