Editoriali Slider — 03 Gennaio 2019

Merita certamente osservare come i vari modelli vanno allineandosi (era ora) sulla possibilità di una seconda irruzione intorno ad inizio seconda decade, forse più moderata, in termini di termiche, rispetto a quella in corso, ma assai più incisiva o diretta. Potremmo, francamente, per dovere di rigore scientifico, fermarci qui, senza dire oltre. Ma per il fatto che nei prossimi giorni, con estrema fatica e molto temporaneamente, sembra doversi completare il famoso split del vortice polare stratosferico, siamo stimolati a fare confronti con quanto accadde, di analogo, a fine inverno scorso. Senza ombra di dubbio, sul piano stratosferico, esiste una similitudine; semmai risulta da confermare se detta similitudine andrà maturando, come lo scorso inverno, anche sul piano troposferico. A metà febbraio 2018 maturò un significativo stratw con split evidente del VPS, che, a distanza di alcuni giorni, apparentemente, ebbe riflessi in troposfera dove, altrettanto, andò rapidamente determinandosi un chiaro split. Quest’ultimo, rapido nel determinarsi ed altrettanto rapido nel dissolversi, fu influente nell’apportare, con una esemplare retrogressione e con un conseguente cut-off del ramo asiatico del VP, una breve ma intensa ondata di freddo sull’italia. Questa volta lo split del VPS, però, per quanto figlio di uno stratw natalizio degno di nota, appare meno marcato, e non è ancora detto che sia destinato a produrre effetti troposferici così intensi da essere considerati sua diretta conseguenza. Inserendo nella figura quanto previsto da GFS ai 500 hPa e a distanza di circa una settimana dal moderato split stratosferico suddetto, sembrerebbe sussistere effettivamente una risposta troposferica, ma, ammessa la correlazione tutta da dimostrare, la stessa non sembrerebbe corrispondere ad una irruzione così intensa come quella del febbraio scorso. Stiamo, naturalmente ed arbitrariamente, discutendo a braccio, senza conoscere quella che sarà effettivamente l’interazione strato-tropo, e senza sapere se avremo, come in molti speriamo, un futuro prossimo da freddisti oppure delle semplici irruzioni, che, in gennaio, sono da considerare cosa assolutamente normale…

Pierangelo Perelli

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