Curiosità dal Mondo & Misteri Slider — 05 Febbraio 2018

L’Italia continua ad essere terra in cui i virus legati all’#Influenza si propagano senza freno: dopo il ceppo che ha messo in pericolo molti italiani durante l’intero primo mese del 2018, adesso fa il suo rientro nel Bel Paese anche l’#influenzavirus a sottotipo h1n1. Noto anche con il nome di #influenza suina, si tratta di una particolare variante, con cui gli italiani hanno già avuto a che fare all’incirca 10 anni fa: nel 2009, infatti, si verificò una vera e propria pandemia di febbre suina, che si propagò in tutto il mondo e che registrò un tasso di mortalità oscillante tra lo 0,02 e l’1%. A distanza di anni, il pericolo è tornato e adesso il Ministero della Salute mette in allerta i cittadini, con particolari accorgimenti legati alla distanza di sicurezza tra i soggetti così da limitarne il contagio.

Prende sempre più piede l’influenza suina

Secondo quanto riportato da Influnet, portale tenuto in continuo aggiornamento dall’ISS (Istituto Superiore della Sanità), i casi legati all’influenza stanno gradatamente per diminuire: nonostante il livello di incidenza sia ancora piuttosto alto, i soggetti affetti dal ceppo influenzale A sono stati ”solo” 750mila, nettamente inferiori rispetto ai dati registrati ad inizio dell’epidemia. Contemporaneamente a tale situazione relativamente rassicurante, ve ne è un’altra che ha allarmato le strutture ospedaliere, timorose di assistere nuovamente ad una pandemia. A minacciare nuovamente gli italiani sarebbe l’influenzavirus A sottotipo H1N1, di cui si hanno avuto abbondanti manifestazioni nel 2009. In vista del possibile contagio su scala nazionale, il Ministero della Salute ha consigliato di mantenere una distanza di sicurezza di circa 50 centimetri, da implementare fino a 2 metri nel caso in cui l’altro soggetto sia già malato; bisogna, inoltre, prestare attenzione non solo alle fenomenologie tipicamente influenzali, bensì anche ai sintomi più semplici, come tosse e starnuti, i quali possono immettere nell’aria i virus.

Molti ricoveri per l’influenzavirus A sottotipo H1N1

Dai dati statistici raccolti nell’ultimo decennio, si può chiaramente constatare che il ceppo influenzale della febbre suina è ancora presente in Italia e gradatamente sta implementando la propria percentuale di incidenza. Contro il 20% registrato nel 2011/2012, attualmente il livello si è innalzato fino a raggiungere il 75% circa. A concretizzare tali statistiche sono anche i numerosi casi di ricovero che da giorni si stanno verificando, tra cui è possibile individuare alcuni soggetti in cui si sono presentate delle complicanze. Ne è un esempio il caso di Tonino Tangianu, ricoverato d’urgenza all’ospedale Santissima Annunziata di Sassari dopo aver contratto l’influenza AH1N1: si tratterebbe al momento del quarto decesso in Sardegna. Il virus sarebbe particolarmente pericoloso, in quanto si trasmette con molta facilità [VIDEO]: per questo motivo risulta di particolare importanza cercare in tutti i modi di mettere in atto i comportamenti volti a prevenire l’eventuale contagio.

L’influenza suina: cos’è e quali sono i sintomi

Contrariamente da quanto si potrebbe pensare, l’influenza suina non si verifica in seguito alla consumazione della carne di maiale. Si tratta, al contrario, di un ceppo influenzale che deriva dalla mutazione di un virus che normalmente colpisce tale specie animale. Alla base vi è dunque un’entità biologica elementare che riesce a sopravvivere sulle superfici per molto tempo: in media, infatti, resiste dalle 24 alle 48 ore. Per questo motivo diviene molto più semplice il contagio, che può avvenire in maniera diretta (con starnuti, tosse, ecc…) o indiretta, ossia entrando in contatto con l’ambiente infetto. Capita spesse volte, in effetti, che i soggetti contraggano la febbre suina toccando oggetti contaminati dal virus, consumando poi i cibi o toccandosi naso e bocca: in virtù di ciò si raccomanda sempre di lavarsi spesso le mani, soprattutto dopo essere stati fuori casa. L’influenza H1N1 è un virus piuttosto particolare, in quanto nei primi giorni di incubazione non manifesta alcun sintomo; le fenomenologie si verificano a partire dal terzo giorno con febbre molto alta ( con temperature che superano anche i 39°C), brividi di freddo, sudorazione, lacrimazione, mal di testa e mal di gola, dolori articolari e muscolari, nausea, vomito, mancanza di appetito ed insonnia. Nel caso in cui si registrino tali sintomi, si consiglia di contattare il proprio medico, il quale sarà in grado di offrire una giusta cura antibiotica. Inoltre, i medici raccomandano di restare in casa almeno per 2-4 giorni, in modo tale che il virus venga debellato in maniera definitiva. La protezione per tale ceppo, così come per il virus Yamagata [VIDEO], non è presente in tutti i vaccini attualmente somministrati e, proprio per questo motivo, potrebbe verificarsi più facilmente una nuova pandemia.

 

http://it.blastingnews.com/cronaca/2018/02/torna-linfluenza-suina-in-italia-tutti-i-sintomi-002337609.html

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