Editoriali — 10 Settembre 2015

Almeno quattro autobus, tre minivan e altri mezzi stanno arrivando alla stazione di Szegeb assediata dai migranti in cerca di riparo da freddo e pioggia. Lo ha deciso la polizia: sui bus diretti verso
l’Austria, si apprende, potranno salire a bordo anche i profughi non identificati. E’ la prima volta che accade in settimane.

Nel giorno in cui la Danimarca ha sbloccato i treni con la Germania, l’Austria ha interrotto il transito ferroviario “da e per” l’Ungheria a causa di un imminente “sovraccarico” per l’afflusso di migranti.

Sul blocco è intervenuto anche il ministro Gentiloni: “La Danimarca è un Paese di tradizioni civili, è veramente sorprendente la decisione presa ieri sera, mi auguro che sia stata una decisione improvvisa e assolutamente effimera che non si ripeta”. Intanto, gli Stati sono pronti a potenziare la loro risposta all’emergenza umanitaria relativa ai rifugiati, fino a considerare di accogliere 10mila migranti siriani nel prossimo anno. Lo ha annunciato il portavoce della Casa Bianca, Josh Earnest, sottolineando che Obama ha dato indicazione di lavorare in questa direzione.

Usa verso accoglienza a 10mila in 2016 – Gli Usa sono pronti a potenziare la loro risposta all’emergenza umanitaria relativa ai rifugiati, fino a considerare di accogliere 10mila migranti siriani nel prossimo anno. Lo ha riferito il portavoce della Casa Bianca Josh Earnest, sottolineando che Obama ha dato indicazione di lavorare in questa direzione.

Maggiori aiuti da parte della Ue per fronteggiare l’emergenza migranti sono stati sollecitati dai ministri dell’interno di Serbia e Ungheria, incontratisi a Subotica, nel nord della Serbia a ridosso della frontiera fra i due Paesi. “Noi ci aspettiamo un appoggio da parte della Ue per risolvere questo problema, poiché né Serbia né Ungheria possono farlo da sole, e questo sia in termini finanziari che di capacità logistiche”, ha detto il ministro dell’interno serbo Nebojsa Stefanovic al termine di un colloquio con il collega magiaro Sandor Pinter. Entrambi hanno espresso la volonta’ di rafforzare la collaborazione nella crisi migratoria. La Serbia, ha detto Stefanovic, concederà l’asilo a coloro che ne hanno diritto e ne fanno domanda, mentre lascerà proseguire il viaggio a tutti quelli che intendono raggiungere i Paesi del nord Europa. Per Pinter, l’Ungheria vorrebbe che il problema si risolvesse ai confini dell’area Schengen, distinguendo tra coloro che hanno diritto all’asilo e i migranti economici, che non hanno diritto a entrare nella Ue.

Prosegue infatti incessante, e si è ulteriormente intensificato in questi ultimi giorni, il flusso di migranti e profughi attraverso il territorio dalla Serbia verso la frontiera ungherese. Tra mercoledì e giovedì almeno 5 mila migranti a bordo di decine di autobus sono giunti al centro di accoglienza di Kanjiza, nel nord della Serbia, a pochi km dalla frontiera con l’Ungheria. Da li’ a piedi tutti cercano di passare in Ungheria, nonostante la barriera metallica e di filo spinato che le autorità di Budapest stanno finendo di costruire. Si cerca in tutti i modi di entrare in Ungheria prima del 15 settembre, quando in quel Paese entreranno in vigore le nuove norme più severe, che prevedono pene detentive per chi passa illegalmente la frontiera.

Ma c’è anche un altro fronte ‘caldo’.  I circa 7 mila migranti e profughi, comprese tante famiglie con bambini, che erano in attesa sotto la pioggia al confine in Grecia sono entrati in Macedonia. Come riferisce l’agenzia serba FoNet, i migranti sono alle prese con le difficili condizioni meteo, con pioggia battente e temperature autunnali. Il fango ostacola non poco gli spostamenti. Sono decine di migliaia i migranti in territorio greco in attesa di passare in Macedonia e proseguire per Serbia, Ungheria e da lì verso i Paesi del nord Europa. E proprio la Macedonia, per contrastare il flusso incessante di migranti e profughi da sud, esamina la possibilità di erigere una barriera “difensiva” alla frontiera con la Grecia, analoga a quella innalzata dall’Ungheria al confine con la Serbia: a dirlo il ministro degli Esteri macedone Nikola Poposki.

Nel frattempo è tornata la ”calma” nel campo di raccolta di Rozske, a circa un chilometro dal confine tra Ungheria e Serbia. La gran parte dei migranti arrivata nel campo ha deciso di passare la notte nelle tende allestite dai volontari. La presenza della polizia e’ minima, e i volontari stanno organizzando delle liste con numeri per salire a bordo dei bus diretti al confine con l’Austria. Altri gruppi di migranti, invece, stazionano a diverse centinaia di metri, dove numerose persone del luogo offrono passaggi a pagamento verso Budapest.

L’Ue fa sapere che il Patto di Stabilità si applica “a tutti gli Stati in modo coerente, prendendo in considerazione tutti i fattori rilevanti. Viene fatto e sarà fatto alla luce delle circostanze specifiche e a tempo dovuto. Per ora non speculiamo” su possibili flessibilità per le spese sostenute per rifugiati e migranti.

La Polonia intanto ha aperto al sistema di ricollocamento per quote proposto dalla Commissione. E il presidente Juncker ha avuto una colazione di lavoro con gli ambasciatori dei 28 (Coreper), che oggi si riuniscono in vista del consiglio Affari interni straordinario di lunedì.

I migranti che “volontariamente abbandonano Darul-Islam (la casa dell’Islam) per recarsi nelle terre degli infedeli compiono un grave e pericoloso peccato e mettono a rischio la vita e le anime dei loro figli”. E’ l’anatema lanciato dall’Isis, nella loro rivista Dabiq, dove campeggia una foto di Aylan, il piccolo siriano annegato su una spiaggia turca.

Gli Usa sono pronti a potenziare la loro risposta all’emergenza umanitaria relativa ai rifugiati, fino a considerare di accogliere 10mila migranti siriani nel prossimo anno. Lo ha riferito il portavoce della Casa Bianca Josh Earnest, sottolineando che Obama ha dato indicazione di lavorare in questa direzione.

 

Migrants wait in Nickelsdorf, Austria, at the border between Hungary and Austria, Thursday, Sept. 10, 2015. Austrian police say more than 3,000 migrants crossed into Austria overnight at Nickelsdorf, the main border point with Hungary. (ANSA/AP Photo/Ronald Zak)

Sì del Parlamento Ue al nuovo piano vincolante di ricollocazione dei richiedenti asilo proposto dalla Commissione e che sarà lunedì sul tavolo dei ministri degli Interni dei 28. Punti principali del piano Juncker di ricollocazione dei richiedenti asilo (111mm x 130mm)

 

 

 

 

 

Fonte Ansa

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