Climatologia — 19 Aprile 2016

Le immagini a corredo di questo approfondimento sembrano uscite da un affresco di Giotto, eppure c’è poco da contemplare in queste mappe colorate riferite all’andamento delle temperature globali del Pianeta. Ho voluto considerare le anomalie di queste ultime in riferimento alla media del trentennio 1951-1980, così come plottato con il materiale messo a disposizione dalla NASA.

Perchè si prende a riferimento proprio quel trentennio? Essenzialmente perchè caratterizzato da una certa stabilità climatica, una sorta di cerniera tra i decenni freddi che sono preceduti e quelli caldi che poi sono seguiti.

febbraio 2016Dunque, siamo usciti da un biennio record riguardo il profilo termico planetario, intendendo con questo le risultanze derivanti dalla miscela di dati provenienti sia dagli oceani che dall’atmosfera, che ci restituiscono gli ultimi due anni (2014 e 2015) come i più caldi dall’inizio delle rilevazioni strumentali.

La concomitanza di eventi che ha visto il nostro clima uscire dalla fase fredda denominata “Piccola Era Glaciale“, culminata nel 1850 e lo sviluppo dell’era industriale, che ha accelerato soprattutto a partire dal ‘900, ha fornito al clima del Pianeta un doppio alibi (naturale + antropico) per il vistoso e rapido riscaldamento dei giorni nostri. L’alterazione dei gas serra in qualità e quantità ha innescato un giro vizioso con mutua amplificazione di causa ed effetto e i risultati oggi sono sotto gli occhi di tutti.

gennaio 2016Così dagli ultimi dati disponibili, anche il primo trimestre del 2016 ha ripercorso la strada intrapresa dai mesi precedenti. Il dato più significativo sul quale vi invito a porre l’attenzione è quello relativo al diverso impatto del cosiddetto riscaldamento globale sulle diverse aree del Pianeta e essenzialmente tra emisfero nord ed emisfero sud.

In particolare si nota che l’emisfero nord si sta riscaldando molto più rapidamente dell’emisfero sud. L’inerzia termica degli oceani (di gran lunga prevalenti nell’emisfero meridionale) e la minor concentrazione di CO2 (minor antropizzazione dell’emisfero sud) sono probabilmente le due cause di maggior rilevanza ai fini di questo sbalzo. Le terre emerse ed antropizzate che prevalgono nell’emisfero nord stanno dimostrando infatti di rispondere più rapidamente alle sollecitazioni.

Grazie al monitoraggio in tempo reale dei principali riferimenti climatici di oceani e atmosfera, che è possibile consultando lapposta pagina dedicata, cercheremo di tornare sull’argomento mese dopo mese, per tenere sotto stretta osservazione questa fase climatica, ricordando che non sono i singoli episodi a dimostrare un cambio climatico, ma il trend rilevato su periodi medio-lunghi.

 

 

 

 

 

 

 

 

Luca Angelini per Meteoservice.net

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