Aprile sta facendo quello che non ha fatto tutto l’inverno. E sta facendo quello che, ogni tanto, dovrebbe fare proprio l’inverno. L’irruzione in atto corrisponde ad una di quelle irruzioni durature, associate ad una rossby negativa, ampia, e che affonda dai mari del nord o dalle aree artiche sino nel cuore dell’europa ed al limite del mediterraneo settentrionale. In casi di questo tipo, relativamente di blocco, il corrispondente flusso settentrionale risulta attivo o plastico, costituito da onde secondarie successive in discesa da nord a sud. Detti assi di saccatura secondari corrispondono ad impulsi, a linee di instabilità o fronti freddi, se non a veri e propri poli freddi, che trasportano instabilità, aria fredda in quota, e che attivano richiami freddi al suolo da nord o da nord-est. Il disegno, espressione della situazione dei 500 hPa a livello emisferico relativa ai giorni 22/24, è eloquente nell’indicare l’evidente disturbo del vortice polare con la spinta in rimonta sino a groenlandia ed islanda e con il travaso di poli freddi in discesa da nord a sud lungo l’ampia saccatura che coinvolge il continente. La medesima situazione di blocco e di irruzione in corso tenderà a persistere all’incirca sino a metà terza decade, quando la configurazione inizierà, al netto di tutte le incertezze del caso, a cambiare per effetto di una graduale riduzione della pressione e dell’onda positiva in oceano, con la conseguenza di una sorta di “reverse” (vedi frecce viola) a livello euro-oceanico e con il ritorno conseguente ed altrettanto graduale, a correnti occidentali se non sud-occidentali…
Pierangelo Perelli

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