L’esame delle situazioni meteo racconta sempre cose interessanti nonché dal valore didattico. Il cambio della situazione generale, già discusso in precedenza, e che ha eliminato l’ampia ansa depressionaria euro-mediterranea nonché la conseguente insidiosa ciclogenesi sul nord-africa, non ha, tuttavia, completamente ristabilizzato, dello stesso mediterraneo, il campo barico. Considerata l’affermazione di un getto ovest-est alle alte latitudini questo non può sorprendere. Una conseguente espansione azzorriana a cuneo alle latitudini medio-alte come quella che è andata configurandosi, infatti, dispone i flussi dominanti più o meno lungo i paralleli, lasciando che una ritornante da oriente o da nord-est, e pertanto opposta a quella sui mari del nord, alimenti il campo delle basse altitudini di aria fredda in quota. Ecco spiegata la causa, pur in assenza di vere perturbazioni e pur nell’ambito di un generale miglioramento, del tempo variabile e della instabilità prettamente diurna o pomeridiana, variamente distribuita. Una tale situazione, nel periodo maggio-giugno, è tutt’altro che nuova. Trae le sue ragioni da una troposfera che, in quota, non ha ancora le caratteristiche della troposfera calda e stabile estiva, e che, nel contempo, raccoglie la convenzione diurna dettata da un riscaldamento solare che risulta o comincia a risultare apprezzabile. Naturalmente non è tutto conforme al disegno della tipica instabilità latente. Va tenuto di conto, infatti, del flusso in quota dai quadranti orientali, più o meno ondulato e, talora, associato a modeste gocce fredde o a linee di instabilità capaci, evidentemente, lo sviluppo dei temporali suddetti, di incrementarlo temporaneamente e di caratterizzarlo come una situazione anche, in parte, di trasporto. Uno di questi incrementi di instabilità, ad es., è prossimo e si identifica in un vortice in quota destinato a muovere rapido, nell’arco di 48 ore, dalle regioni scandinave alla spagna settentrionale, lungo un percorso che lo vede lambire o coinvolgere le nostre regioni centro-settentrionali e, persino, produrre una diminuzione ulteriore del nostro campo barico a tutte le quote. Una parte interessante del discorso risiede proprio nel fatto che la traiettoria di tale goccia fredda è quasi perfettamente anti-zonale, a denunciare un profilo generale che è chiuso all’atlantico ed allo zonale, e che combacia, più o meno, anche se nell’ambito di valori barici non così negativi e non nell’ambito di significative depressioni, con la classica configurazione dipole blocking. D’altra parte, e questo è l’altro aspetto interessante da considerare, il disegno generale un contesto di blocco lo è, e questo ce lo racconta, tra gli altri elementi, il fatto che all’alta pressione in quota, ben solida alle latitudini medio-alte di euro occidentale e, in parte, centrale, corrisponde un’alta pressione nei bassi strati disposta, più o meno, nella stessa posizione. Tant’è che, tra momenti di relativa stabilizzazione ed altri di incremento dell’instabilità, è molto probabile che una tale fisionomia generale possa persistere ancora per diversi giorni. Il disegno, che mostra la situazione generale prevista intorno ai giorni 25/26, intende anche spiegare quanto esaminato con la simbologia del jet stream (frecce grandi viola) e con quella dei flussi e dei movimenti di media troposfera (frecce piccole blu)…
Pierangelo Perelli

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