L’inverno inesistente di quest’anno crea un inevitabile interrogativo. Sarà un inizio stagionale in cui invece della primavera arriva l’inverno? La domanda ha senso e lo ha proprio da un punto di vista scientifico. D’altra parte certi modelli denotano questa possibilità. Ammettere la possibilità di un inizio di marzo piuttosto sofferto non è certo un reato, anche se sempre nel contesto di dissertazioni ipotetiche. Il discorso merita di essere affrontato giacché alcuni modelli, soprattutto quelli americani, cominciano a mostrare una certa uniformità nel delineare quadri invernali intorno a fine prima decade di marzo. Parlare di una roba che sta a 15 giorni è davvero da temerari, ma lo sappiamo e le diamo l’affidabilità che merita. Sappiamo, però, anche che quando certe proiezioni ricevono il supporto di più modelli acquistano valore e credibilità. Ecco allora che l’agognato, per tutto l’inverno, split che porta l’artico continentale in mediterraneo potrebbe maturare completamente fuori stagione. Il disegno riprende la mappa emisferica di 500 hPa prevista dagli ultimi o penultimi run GFS e CFS e mostra il deciso disturbo del vortice polare associato a fuga retrograda del lobo siberiano. Una situazione di questo tipo è proprio quella classicamente artico-continentale o siberiana associata a scand+, ad eventuale affermazione di cella positiva dinamica e termica russo-siberiana e a movimenti retrogradi di poli freddi in quota capaci di coinvolgere, in tutto o in parte, anche il mediterraneo…
Pierangelo Perelli

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