Parlavamo stamane di un anticiclone africano che NON ruggisce più. Nella seconda decade di aprile potrebbe anche decidere di prodursi in una performance del tutto scriteriata e di “migrare” verso il nord Europa.
Tutto questo andrebbe a determinare una risposta di correnti fredde nord-orientali, così come già si ipotizzava ieri. Il disegno barico è rimasto d’attualità anche oggi, pur riscontrandosi solo in alcune emissioni perturbatrici del modello americano. (Oltre che nella corsa ufficiale)
Indubbiamente una simile mossa, con la Scandinavia ancora fredda, avrebbe risvolti molto pesanti per il Mediterraneo: riporterebbe del freddo tardivo, della neve in montagna, altre precipitazioni anche temporalesche e grandinigene e soprattutto favorirebbe un’ulteriore frenata dell’avanzamento stagionale.
La risalita verso nord degli anticicloni confermerebbe la linea di tendenza che già si era evidenziata nello scorso autunno, soffocata poi temporaneamente da una zonalità furibonda protrattasi da Natale sino ad inizio febbraio, figlia di un vortice polare molto compatto, stroncato a fine febbraio solo dall’episodio di stratwarming in sede polare che ha poi portato un’ondata di freddo severa su molte zone d’Europa.
Quanto è attendibile questa linea di tendenza che vede un ritorno del freddo entro metà aprile? La statistica non avrebbe nulla da obiettare, perché è successo anche in passato e non raramente, ma per poterla confermare avremo bisogno di molte altre emissioni modellistiche che la sostengano.
riportiamo da meteolive

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