Editoriali Slider — 30 Dicembre 2023

La doverosa premessa, osservando il freddo che, secondo vari modelli, potrebbe fare tra l’epifania e fine prima decade di gennaio, è che rispetto a quel periodo, mancano ancora troppi giorni per poterlo dare per buono. Al netto, però, di tale premessa, va anche detto che, intorno a tale ipotesi, sussiste quella discreta uniformità modellistica che, nel contempo, accredita tale previsione di una certa credibilità. Quanto si prospetta in proposito è un netto e rapido sconvolgimento ed è quel netto e rapido sconvolgimento che si conforma al repentino maturare dei disegni da irruzione e da irruzione artica. In linea generale sembra che sino ai giorni 4/5, se non proprio sino all’epifania, non accada granché e tutto continui a vivacchiare sull’onda di un blando contesto occidentale relativamente umido e mite. Poi, intorno al giorno 6 o nell’immediato seguito, ecco il colpo di scena, costituito da un rapido aumento della pressione a tutte le quote alle alte latitudini oceaniche ed in area islandese, con il conseguente travaso di aria fredda di origine artica verso sud sul continente. Ed in questo senso si prospetta una delle più classiche, e dal valore didattico, evoluzioni invernali con parziale chiusura ad ovest e ciclogenesi mediterranea. Se osserviamo il disegno della situazione generale prevista da ECMWF intorno ai giorni 6/7, e supportato dalla simbologia blu, possiamo senz’altro identificare l’ancora esistente corrente occidentale alle nostre latitudini che spinge infiltrazioni atlantiche da ovest ad est, ma nell’ambito di una configurazione che vede, nel contempo, un esteso rialzo barico intorno all’islanda e la spinta di assi di saccatura a carattere freddo lungo una direttrice nord-sud su gran parte dello scacchiere europeo. E possiamo anche comprendere come una tale situazione possa sfociare in un tendenziale consolidamento altopressorio ad ovest ed in un affondo ciclogenetico in mediterraneo, inizialmente alimentato anche dalla medesima infiltrazione atlantica delle basse latitudini in aggancio. Da cui la possibilità che poi, a distanza di 36/48 ore, tutto il disegno barico e dei flussi possa essere quello rappresentato dalla simbologia viola, identificativo della ampia saccatura in quota che ha affondato sino a tutto il mediterraneo centrale e della depressione che, a partire dalla iniziale situazione baroclina che l’ha vista formarsi sul mediterraneo occidentale a sud della sacca in quota, si è poi spostata verso est collocandosi tra penisola balcanica ed alto adriatico. Stiamo trattando di una possibile fase a carattere freddo, peraltro ancora tutta da definire nella incisività, nella intensità ed anche nella durata, ma che comunque, nel caso di un suo determinarsi, rappresenterebbe il vero primo grande episodio invernale di questa stagione…

Pierangelo Perelli

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