Editoriali Slider — 17 Maggio 2023

In linea generale i fenomeni alluvionali sono, più o meno, legati a situazioni stazionarie o bloccate nelle quali le precipitazioni insistono sulla stessa area per molto tempo, e questo anche nel caso delle cosiddette alluvioni lampo, dettate da un sistema temporalesco autorigenerante e che determina rovesci a ripetizione per diverse ore sulla stessa zona in quanto, appunto, associato ad un flusso stazionario. Anche in questo caso, ovvero nel caso dell’emilia romagna e delle marche, è da considerare una configurazione depressionaria stazionaria, attiva ed insistente sulla medesima zona. Dopodichè vanno poi, ai fini dell’esame di una situazione alluvionale, considerati altri aspetti, e che sono quelli influenti sull’entità delle precipitazioni, che, evidentemente, possono essere si insistenti per ore o giorni ma non essere tali da risultare alluvionali. E, in tal senso, meritano considerazione ragioni di contrasto termico, ragioni di confluenza tra masse d’aria di diverso tipo, ragioni di dinamica atmosferica e ragioni orografiche. Ebbene, nel caso dell’area in esame, queste ragioni, al netto dell’influenza dell’incuria del territorio, ci sono un pò tutte. E ci sono un pò tutte perché la faccenda è legata ad una circolazione depressionaria mediterranea, nata tra nord-africa e sicilia, risalita sulle regioni centrali lungo una ritornante in quota da sud e bloccata a levante. In una siffatta situazione accade che abbiamo un contesto di correnti cicloniche, sia al suolo che in quota, favorevoli a contrasti, instabilità ed alla dinamica della convergenza al suolo e della divergenza in quota, che favoriscono il determinarsi di aree nuvolose estese sulla parte orientale della medesima circolazione ciclonica e di aree nuvolose più frammentate, da irruzione e da instabilità, nella sua parte occidentale. La depressione in questione è poi da interpretare come una depressione che è andata approfondendosi e maturando proprio sull’italia centrale, secondo lo schema dell’occlusione e di una occlusione disposta proprio all’altezza delle regioni centro-settentrionali. Tali elementi, già di per sé, per motivi igrometrici, termici e dinamici, sono in grado di produrre fenomeni insistenti soprattutto lungo la parte delle correnti meridionali e orientali della circolazione, ed ovvero in corripondenza di abruzzo, umbria, marche, romagna, triveneto meridionale. Se a questi aggiungiamo il fatto che l’emilia-romagna orientale e le marche settentrionali si trovano, rispetto alla circolazione in questione, proprio in un’area critica di confluenza e convergenza e che, rispetto a scirocco e correnti da est, risentono dell’effetto stau legato alla catena appenninica, risulta ben spiegato il perché, a dispetto di una fase perturbata generale ma senza estremi su buona parte d’italia, il maltempo alluvionale si sia concentrato su quelle zone…

Pierangelo Perelli

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