Editoriali Slider — 13 Dicembre 2021

Va detto che certe proiezioni relative all’inizio di terza decade e natalizie trattano di ipotesi assai fredde, ma va anche detto che, e i modelli ensemble in tal senso insegnano, che dette ipotesi, per quanto abbastanza presenti, non sono le sole sul piatto. Quando si guarda al medio-lungo termine bisogna sempre considerare, anche nel contesto di una previsione prevalente, un range di possibilità. Ecco perché da freddista aspetto prima di entusiasmarmi. E, di fatto, è sempre bene, in questi casi, aspettare almeno sino a 4-5 giorni prima. In ogni caso il consolidamento di un esteso anticiclone continentale che, tendenzialmente, tende a piazzare i suoi massimi sull’europa nord-occidentale, stimola fantasie gelide ma stimola anche reali effetti dinamici di matrice artico-continentale di tutto rispetto. E lo si sa; tanto più un promontorio anticiclonico si eleva in latitudine e tanto più tende ad aprire all’antizonale. Se osserviamo il disegno riferito alla situazione generale di fine seconda decade, con la rappresentazione dei flussi al suolo segnata dalle frecce piccole, possiamo facilmente cogliere il bel profilo di un omega assai esteso in meridiana ed anche, in relazione al freddo possibile, assai ben disposto. Tant’è che, proprio per quei giorni, è prevista l’influenza di un primo asse di saccatura ciclogenetico ed in progressione da nord-est, evidentemente assimilabile ad un impulso ben freddo. Il medesimo impulso è, peraltro, da inquadrare nel contesto di un flusso settentrionale dominante ancora spostato ad est, ma occorre tener conto di una possibile successiva ulteriore erosione del blocco anticiclonico da parte di nuovi impulsi potenzialmente in grado di imporre un profilo rex-blocking o, in generale, maggiori aperture al freddo dell’est e del nord-est. Da qui a dire che si concretizzeranno situazioni da split del vortice polare con laghi gelidi in trasferimento retrogrado ce ne corre. Certamente, tuttavia, la possibilità di azioni fredde, e davvero fredde ed assimilabili ad un vero split del VP, nel corso di terza decade, possiamo considerarle. La serietà e la ragione non possono, però, prescindere dal considerare anche quel range di possibilità sopra menzionato che, certamente, include il grande freddo, ma altrettanto certamente, e con una probabilità statistica più o meno accentuata, include evoluzioni per i freddisti meno entusiasmanti come l’indebolimento del blocco e la riapertura all’atlantico o come una ingerenza altopressoria che mantiene confinate un pò a levante le discese fredde. Nel disegno le frecce grandi blu marcano l’interessante asse di saccatura, successivo a quello dei giorni 19/20 sopra descritto, in progressione verso meridione, mentre le frecce tratteggiate e bordate servono a rappresentare tre possibili evoluzioni dello stesso freddo in discesa, in grado di coinvolgerci in modo diretto, oppure destinato solo a sfiorarci perché in fuga verso ovest oppure in fuga verso est o sud-est…

Pierangelo Perelli

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