Esaminare modellistica di lungo termine, andamento degli indici, andamento del vortice polare e del vortice polare stratosferico, previsioni stagionali dei modelli che se ne occupano, è lecito ed ha un ovvio valore in termini di studio della climatologia e della meteorologia. Occorre, però, non trasformare queste osservazioni in una fissa correlata a speranze e a previsioni. L’inverno che sarà da qui a fine febbraio non lo può sapere nessuno, neanche i grandi centri di ricerca che di previsioni stagionali si occupano. Nello stesso tempo, mi sembra evidente, se una scienza ed uno studio della meteo in termini di previsioni stagionali, esiste, che certe previsioni si possano, comunque, considerare e discutere, secondo, sempre, la corretta interpretazione del loro valore. Ebbene, sintetizzando quello che si legge e che si nota in tali modelli, viene di dedurre che l’inverno in questione continuerà ad essere mite e di matrice occidentale fino ad oltre la metà di gennaio (non fanno testo le eventuali brevi variazioni al tema) mentre potrebbe essere più vivace ed aperto alla possibilità di spinte fredde successivamente, e soprattutto in febbraio. Collegati a questa sintesi sono da considerare il possibile e significativo stratwarming di fine dicembre tra asia ed oceano pacifico, nonché, per come segnala CFS, una maggiore dinamica meridiana a partire dalla metà di gennaio…
Pierangelo Perelli

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