Il quadro meteo in corso e che ci accompagnerà sino, praticamente, a metà mese, è ben chiaro ed è quello già descritto in precedenza. La riapertura della porta atlantica ed al flusso perturbato si disegna nell’ambito di una situazione euro-oceanica che vede, nel contempo, l’affermarsi di un esteso cut-off anticiclonico sull’alto atlantico, tra groenlandia ed islanda, quale blocco alle alte latitudini ma non certamente alle nostre. Alle nostre, infatti, un tale profilo generale non può che corrispondere ad un corridoio depressionario e ad un associato flusso umido ed instabile. Il disegno della situazione generale prevista nel medio termine ed intorno ai giorni 12/13 vuole rappresentare, con le due frecce più grandi, i due flussi dominanti e caratterizzanti detta situazione, con un corso antizonale sull’alto oceano e con un corso perfettamente zonale lungo le latitudini dell’europa meridionale. Nulla di più classico tra le situazioni che ci regalano perturbazioni successive ravvicinate ed un tempo in cui si alternano fasi perturbate ed intervalli. Nel medesimo disegno si nota l’imponente affondo che dalle alte latitudini muove verso sud-ovest e verso ovest e si nota l’associata ritornante ondulata da occidente delle perturbazioni e del flusso decisamente mite relativo, quali componenti a supporto della stessa configurazione depressionaria estesa dall’atlantico all’europa nord-orientale. Una tale situazione instabile si esaurisce quando si produce una chiusura, ovvero quando una barriera anticiclonica impone una saccatura o depressione come l’ultima della serie e che diventa, appunto, di chiusura. Una evoluzione, questa, che sembra, effettivamente, nelle corde di quanto può avvenire dopo la metà del mese; tant’è che quella circolazione che nel disegno risulta a largo sull’atlantico è, attualmente, descritta, come proprio la possibile circolazione ciclonica ultima della serie. Ma vedremo; perché prima di un tale evento c’è ancora tempo, e c’è da considerare che, nell’affermarsi di una tale evoluzione, il cambiamento sarebbe, comunque, assai graduale…
Pierangelo Perelli

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