Editoriali Slider — 08 Gennaio 2023

Il freddo che sarà o che farà, con tanto di date, è nella immaginazione di qualcuno o di qualche sito che ama scrivere cose che sembrano più ascrivibili al mondo delle fiabe che a quello della meteo seria. Nel bel mezzo della serie c’è anche chi scrive che il freddo più freddo della storia deve ancora arrivare. Beh, da qui a un tremila anni non possiamo escluderlo. Venendo a trattare della troposfera che potrebbe essere da qui a un 5-7 giorni e della spicciola e pragmatica previsione ancorata a fin dove si può arrivare per fornire forecast che godono di un minimo di credibilità il freddo che farà o che sarà possiamo tranquillamente escluderlo. Un minimo di maggiore dinamicità ed il transito, in un contesto mobile occidentale, di sacche che pescano in aria del nord-atlantico, sostanzialmente polare marittima, non possono corrispondere a scenari di freddo. Noto, ad es. che da qui al 20 gennaio, la previsione della temperatura max giornaliera collinare dei 150 mt sul centro-nord della toscana, indicata da molti riferimenti meteo, fornisce valori che oscillano tra 12 e 16 °C. Se questo si chiama freddo in gennaio allora temo di non aver capito cosa si intende per freddo. Se tutto quanto sto scrivendo non significa affatto che le analisi fornite dai vari istituti seri non possano cambiare anche da un giorno all’altro è altrettanto vero che quanto emesso al momento non regala, ai freddisti ed almeno da qui a metà mese, speranze di sorta. In dirittura di fine seconda decade alcuni forecast fanno intravedere un affondo maggiormente degno di nota ed associabile a un rialzo meridiano barico in atlantico di maggiore peso che potrebbe significare una moderata ventata di artico marittimo ma da confermare e che sarà da verificare nei prossimi giorni. Il transito perturbato in atto, tuttavia, segna, quanto meno, quel certo cambiamento già descritto in precedenza e che vede un maggior dinamismo, una minore influenza del sub-tropicale e la possibilità di un maggiore affondo da parte di sacche atlantiche, destinate, evidentemente, a determinare una maggiore possibilità di precipitazioni e ad allineare le temperature su valori, se pur ancora generalmente appena sopra la media, appena più consoni al periodo. Il disegno corrisponde alla situazione prevista in quota a metà mese ed è assai chiaro nel configurare ancora un profilo ovest-est mobile e moderatamente ondulato, mentre la simbologia (dalle frecce grandi a quelle piccole), sulla base del movimento della sacca ancora a largo e destinata a muovere verso est o sud-est, serve a rappresentare la possibilità dell’affondo più incisivo e più freddo menzionato ed inquadrabile intorno ai giorni 17-19…

Pierangelo Perelli

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