Il disegno della situazione prevista in quota intorno ai giorni 21/22 di inzio terza decade ci racconta molto bene del problema ramo africano del sub-tropicale. Il medesimo ramo, diventato oramai una sorta di ossessione estiva dei freddisti e non solo, riesce talora anche a sconfessare certi forecast di medio-lungo che lo vedono ritirarsi o cedere il passo. Rappresenta una sorta di muro poco arrendevole, resistente, e sempre pronto a rialzare la testa una volta indebolito. E’, certamente, unito alla latitanza delle azzorre, un segno climatico di questi ultimi anni o decenni, da contestualizzare nell’ambito di un processo più o meno fisiologico periodico o legato al riscaldamento antropico. Le promesse, indicate in precedenza e dettate dai vari modelli, di una terza decade più clemente e più zonale, assumono contorni più sfumati ed incerti, proprio per gli effetti della ostinazione sub-tropicale menzionata e di una ostinazione certamente maggiore del previsto. Finisce che la bella espansione azzorriana sull’atlantico e la conseguente spinta ciclonica lungo l’europa occidentale, di per sé promettenti, declinano in qualcosa di un pò illusorio e da verificare nella loro effettiva possibilità futura di cambiare la fisionomia meteo mediterranea. Di fatto la configurazione ben ondulata ad ovest ci dice di un affondo incisivo e potenzialmente in grado di muovere verso est; ma il muro a levante è tale da non consentirlo e da far si che il sistema atlantico tenda a distendersi in meridiana ed a stazionare. Va detto, però, che non tutto è perduto, e che la partita non è del tutto chiusa. E non lo è perché, seppur con minore energia e con un certo ritardo, il sistema ciclonico suddetto, dopo una prima fase di blocco e di discesa verso sud, potrebbe effettivamente, più o meno agganciato dal flusso oceanico, forzare verso levante lungo una direttrice sud-ovest/nord-est, indebolire il promontorio e coinvolgere il nord o il centro-nord. Il che vorrebbe dire ammettere, intorno ai giorni di metà decade, un certo allentamento, più o meno temporaneo e su quelle aree, del clima dell’africano. Vedremo. La simbologia del disegno serve a rappresentare le ondulazioni ed il possibile spostamento del sistema ciclonico sopra descritti…
Pierangelo Perelli

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