Capire o sapere come sarà il tempo della stagione o delle stagioni prossime attraverso l’esame degli indici teleconnettivi sarebbe davvero bello. Certe analisi climatologiche ben vengano e non dubito che un bel giorno saranno tali da fornirci davvero indicazioni veritiere sul tempo del lunghissimo termine. Ad oggi, però e purtroppo, anche l’esperienza mi insegna che siamo ancora, da questo punto di vista, in alto mare, per cui come sarà, ad es. l’estate, non potremo che capirlo quando l’estate arriverà e giorno per giorno, con le previsioni di breve/medio termine. Ecco perché certe indicazioni che si leggono qua e là su come sarà, ad es, l’estate, anche se supportate da forecast di istituti vari, lasciano il tempo che trovano e vanno prese per quello che sono o rappresentano. Sono legate a valori probabilistici dell’ordine del 10/20 % che, praticamente, non ci dicono niente. Il che non significa, naturalmente, un pò come nella scienza in generale, che certi studi non siano sacrosanti. Venendo alla situazione che si profila da qui a fine mese l’elemento dominante è costituito da un generale miglioramento sostenuto dalle azzorre. L’ultimo disturbo, legato ad un asse di saccatura in transito in queste e nelle prossime ore ma di chiusura, è quello che nel disegno, riferito alla situazione prevista ad inizio settimana, è presente ormai sulla penisola balcanica. Al seguito di tale transito tutti i vari modelli ci raccontano di una ridistribuzione dell’anticiclone atlantico favorevole ad una certa stabilizzazione mediterranea. Si nota, ovvero, la tendenza dello stesso anticiclone, ed a tutte le quote, a distribuirsi maggiormente lungo i paralleli e ad espandersi, sia pur in maniera non così invadente, verso levante. E tutto questo a supporto di una settimana, con l’eccezione della solita attività convettiva pomeridiana delle aree interne o di qualche modesta infiltrazione lungo la componente nord-occidentale, sostanzialmente moderatamente stabile e nel segno della primavera avanzata più classica…
Pierangelo Perelli

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