Climatologia — 13 Aprile 2016

Quale speranza? Ma naturalmente quella che ci riporti finalmente verso una stagione più normale. Una normalità che va oltre il mero elenco di numeri e statistiche, una normalità che significa benessere per la natura, per tutti noi. E allora andiamola a commentare questa carta della speranza, il classico grafico a spaghetti perchè, come vi ho anticipato in questo approfondimento, si tratta di un cambiamento che non avverrà a breve.

Da notare in prima battuta, e anche un occhio poco esperto di certo non farà fatica, il vistoso sopra media evidenziato in colore rosso sia in bassa che in media troposfera. Le quote rappresentato nel grafico sono quelle graficizzate rispettivamente in alto (campo di temperatura media a 850hPa, che equivale a circa 1.500 metri convenzionali) e in mezzo (campo di temperatura a 500hPa, che equivale a circa 5.500 metri convenzionali).

Un evidente cambiamento sembra profilarsi per la terza decade, a partire dal 22-24 aprile, con una generale corsa al ribasso delle temperature e con la contestuale comparsa di eventuali precipitazioni (parte bassa del grafico evidenziata in colore verde). Da notare che il calo termico coinciderà essenzialmente con un rientro in media delle temperature, senza alcuna compensazione che ci porti al di sotto.

Quindi nessun allarme, nessuna allerta, nessuna stranezza anzi, forse finalmente un salutare ritorno della primavera, fatta di alti e bassi e non solo di acuti. L’Africa, dal canto suo, ha indubbiamente già dato anche più del dovuto e per troppo tempo. Ora dovrebbe toccare al grande nord rispondere a tono. Dovrebbe. Ci riuscirà? La distanza temporale, come evidente dal disordine dei cluster (degli spaghetti per dirla semplice) impone cautela, ma la media dei 20 scenari elaborati dai modelli numerici (in questo caso si tratta dell’americano GFS), gioca a favore nostro e di una primavera finalmente ritrovata.

 

 

 

Luca Angelini per Meteoservice.net

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