Slider Terremoti — 29 Agosto 2025

LOMELLINA – IL TERREMOTO DEL 1369

Nella notte tra l’1 e il 2 febbraio del 1369, un violento terremoto scosse il Nord Italia. L’epicentro, secondo le moderne ricostruzioni dell’INGV e degli archivi europei dei terremoti storici, si collocava nell’area dell’Alessandrino, al confine tra Piemonte e Lombardia. Le cronache parlano di una scossa tanto forte da farsi sentire a Milano, Mantova, Modena e Parma, segno di un’onda sismica che percorse buona parte della Pianura Padana. Gli studiosi odierni stimano un’intensità compresa tra il VII e l’VIII grado della scala MCS, equivalente a una magnitudo attorno a 5, seppur con le incertezze tipiche degli eventi medievali. La Lomellina, terra di confine e di castelli, non fu risparmiata. Sebbene la documentazione coeva sia scarsa, si ritiene che diversi centri abbiano risentito del sisma con crolli parziali e gravi lesioni agli edifici. A Casale e nel Monferrato, poco oltre il Po, le cronache segnalano camini caduti e campane messe in movimento dalle scosse. È plausibile che danni simili abbiano interessato anche i borghi lomellini, da Mortara a Vigevano, costruiti in gran parte in mattoni e dunque vulnerabili alle vibrazioni. Una tradizione locale vuole che il terremoto del 1369 abbia avuto conseguenze anche sulla basilica di Santa Maria Maggiore a Lomello, il grande edificio romanico che domina l’antica pieve. Alcuni studi divulgativi attribuiscono a questa scossa il crollo delle prime tre campate della navata, poi sostituite da un arretramento della facciata. Tuttavia, la maggioranza delle guide storiche e delle enciclopedie colloca quel grave dissesto nel ben più lontano 1117, anno di un altro celebre terremoto che devastò l’Italia settentrionale. Il collegamento con il 1369 rimane dunque suggestivo, ma non confermato da documenti coevi. Quell’inverno di metà Trecento la Lomellina sperimentò così, tra paura e rovine, la forza della natura in una terra già segnata da guerre e pestilenze. Il ricordo del sisma, conservato nei cataloghi sismologici e nelle cronache locali, testimonia quanto anche in epoche lontane il territorio fosse esposto ai tremori della crosta terrestre, in un equilibrio precario tra la vita quotidiana dei villaggi e l’improvvisa irruzione della catastrofe.

 

Fonte: storie di Lomellina 

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