La tradizione popolare italiana è colma di proverbi: sagge espressioni, spesso brevi ed in rima, che sintetizzano un insegnamento tratto dall’esperienza. Un esempio particolarmente evocativo di proverbio è “Cielo a pecorelle, pioggia a catinelle”. Ma qual è il suo significato e da dove deriva questo curioso modo di dire?

Vi sarà sicuramente capitato di vedere una distesa di piccole nuvole bianche che, come un gregge di pecore, “pascolano” nel cielo azzurro. Questo particolare tipo di nuvole sono note come altocumuli: nubi medie, ovvero che si manifestano ad una altitudine compresa tra i 2.000 ed i 7.000 m, che tendono a disporsi in strati sottili e ampi dando luogo al caratteristico aspetto a “pecorelle”. Gli altocumuli si formano quando una massa d’aria calda e umida sale verso l’alto e incontra aria più fredda. Il vapore contenuto nella massa d’aria ascendente condensa dando origine alle piccole goccioline d’acqua o cristalli di ghiaccio che compongono queste nubi peculiari.
Ma perché, secondo la tradizione popolare, queste nuvole dovrebbero preannunciare la pioggia?
La presenza di altocumuli è spesso un precursore della presenza della superficie di discontinuità tra due masse d’aria con temperatura, pressione e umidità diverse, nota come fronte meteorologico. In particolare, le precipitazioni sono maggiormente associate alla presenza di un fronte freddo e la probabilità che si verifichino aumenta quando gli altocumuli sono seguiti da altostrati, nuvole più dense e scure.
Nonostante l’avvento della tecnologia e delle previsioni meteo avanzate, l’attendibilità di questi antichi detti suscita ancora un senso di meraviglia per i fenomeni meteorologi. La prossima volta che vedrete il cielo costellato di nuvolette bianche e soffici, ricordatevi di tenere l’ombrello a portata di mano: la pioggia potrebbe essere dietro l’angolo!
Immagine: Sbwoodside, CC BY-SA 4.0, via Wikimedia Commons





























