Sulle situazioni di freddo promesse e mancate o promesse ed offerte con modi meno entusiasmanti per i freddisti ci sarebbe molto da dire. E l’evoluzione in vista, che conferma quanto indicato dal sottoscritto in precedenza, a dire molte cose si presterebbe. A dirla in stretta sintesi ci pensa il disegno della situazione prevista intorno al 2 gennaio ed il disegno di due ipotetiche situazioni analoghe che ho elaborato a modello e come riferimento esplicativo. Dette due situazioni ipotetiche sono, di fatto, simili, ma sono anche, nel contempo e per la nostra penisola, apportatrici di condizioni meteo molto diverse. In entrambi i casi, per come accadrà nel reale e nei prossimi giorni, la grande sacca fredda dell’est, anziché affondare verso sud, risucchiata, in un contesto simil split flow, da una figura depressionaria atlantica o da una falla nella configurazione anticiclonica oceanica, devia verso occidente a largo ad agganciare la stessa circolazione ciclonica e ad innescare, di conseguenza ed alle basse latitudini, un flusso occidentale. Tra le due situazioni, però, sussistono differenze, e non ultima differenza la distribuzione in latitudine dei centri barici e dei flussi medesimi, che definisce, alla nostra latitudine, il grado di influenza della componente occidentale mite e della componente fredda artico-continentale. Per come ci raccontano i due disegni di fatto non è sempre vero che una falla nel blocco anticiclonico annulla le possibilità del freddo perché lo devia verso l’atlantico; in molti casi le annulla completamente e definitivamente, in altri, al contrario, fa maturare situazioni di interazione tra l’aria artica e l’aria umida atlantica che sono decisamente di matrice invernale e che sono, talora, assai interessanti riguardo a possibilità di contesti di tipo nevoso a bassa quota, generalmente più probabili sul centro-nord. La situazione più in alto è quella in cui prevalgono in modo significativo le correnti occidentali miti; l’altra situazione è quella in cui la forte influenza del blocco anticiclonico non impedisce l’infiltrazione atlantica che, però, finisce per favorire, nei modi con cui si propone in mediterraneo e a relative basse latitudini, un richiamo dell’aria fredda da levante ed una interazione tra masse d’aria di opposta origine. Ma riguardo alla evoluzione della situazione meteo del reale che cosa accadrà o potrà accadere? Beh, per come già detto, la grande fase duratura e ad impulsi di aria fredda artica e di gelo postulata dai modelli giorni fa, verosimilmente non ci sarà. La stessa aria fredda, prima di deviare verso l’atlantico ad agganciare la depressione lì presente, determinerà una molto rapida e temporanea sbuffata nel breve termine capace di produrre anche significative diminuzioni termiche; ma poi ci saluterà, facendo prevalere i flussi rappresentati dalle frecce grandi che puntano più verso ovest; e, pertanto, a definire, quanto meno temporaneamente, un contesto occidentale più umido e più instabile, anche se nell’ambito di un trend relativamente sempre di matrice invernale e non esente dalla possibilità che la persistenza del blocco anticiclonico ad ovest delinei, al seguito del transito della menzionata depressione ed intorno all’epifania, ulteriori nuovi tentativi di sfondamento da parte dell’aria fredda continentale…
Pierangelo Perelli






























