Editoriali Slider — 20 Novembre 2025

La fase di transizione tra quella del promontorio del sub-tropicale e quella del nord-atlantico o settentrionale, sta lasciando il posto al contesto settentrionale, appunto, già ben intravisto giorni fa. E’ bene chiarire, in relazione alle strombazzate sul freddo, sul grande freddo e sull’artico, che si leggono o si ascoltano qua e là, che la realtà con cui avremo a che fare si disegna come qualcosa che rientra, o quasi, nella norma del periodo. Non trovo nulla di particolare o di eccezionale nelle temperature che si profilano per i prossimi giorni e che appartengono alla fine del mese di novembre, non alla fine del mese di aprile. Detto questo va anche, altresì, detto, che un certo prematuro assaggio di inverno sarà anche possibile, in varie zone ed in certi momenti, avvertirlo. Così come è possibile che detta fase con temperature relativamente basse o contenute si prolunghi per vari giorni. Ed è ovvio anche che oltre alle temperature contenute non potranno mancare gli elementi del tempo variabile, instabile o perturbato che alle irruzioni in mediterraneo, eventualmente anche ciclogenetiche, appartengono. Ma, tornando al fatto che non sarà o non dovrebbe essere nulla di eccezionale o particolare per il periodo, al netto di temperature in alcuni casi o per alcuni giorni anche sotto media, va detto che detta dinamica di segno settentrionale è da assegnare ad un corso mobile ed al corso mobile di una corrente groenlandese, certamente assai vivace ed ancorato ad onde di una certa ampiezza, ma non a blocchi o a quelli sbarramenti in grado di apportare veri afflussi freddi di segno artico o, meglio, artico-continentale. Nulla di tutto questo. Tutto, invece e come detto, da assegnare alla classica configurazione ad onde o pulsante, mobile, fatta di impulsi capaci di affondare in mediterraneo e di trascinare aria dei mari del nord. Tra l’altro l’impulso successivo a quello dei prossimi giorni e che si profila per metà terza decade sembra avere una evoluzione non proprio in sintonia con la natura degli affondi che maturano in afflusso freddo, ma che maturano in un cut-off mediterraneo, incastonato tra promontori, ad ovest ed ad est, sulla base di un disegno che non depone certo a favore di spinte fredde orientali o nord-orientali. Ma vedremo. Il disegno mostra la situazione generale prevista a 48-72 ore ed è eloquente nel marcare l’affondo deciso di un vero e proprio polo freddo in quota relativamente ciclogenetico e, inevitabilmente, foriero di decisa instabilità e richiamo di correnti più fredde. Lo stesso disegno mostra anche, con il supporto della simbologia, lo schema della classica situazione da flusso groenlandese, associato a successive saccature o onde negative in movimento da nord-ovest a sud-est…

Pierangelo Perelli

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