Le componenti da considerare nella configurazione euro-atlantica della fase in corso sono un flusso del nord-atlantico instabile che coinvolge le latitudini medio-alte del continente ed il sub-tropicale che, al netto di ondulazioni più o meno pronunciate verso nord e temporanee, abbraccia le latitudini meridionali. Nulla di più classico. Delle due componenti, nel prossimo futuro, sarà la prima componente a guadagnare posizioni. E le guadagnerà, certamente non attraverso chissà quale affondo o guadagno in latitudine, ma di sicuro e, quanto meno, sulla base di sue diramazioni in veste di saccature secondarie o infiltrazioni capaci di indebolire parte del sub-tropicale in mediterraneo, soprattutto nelle sue aree centro-orientali. Che in estate gli affondi si caratterizzino soprattutto come infiltrazioni in quota poco ciclogenetiche coinvolgendo i settori balcanici e del mediterraneo orientale piuttosto che quelli del mediterraneo occidentale rappresenta una condizione fisiologica o una regola. Ed una regola che, più o meno, dovrebbe valere anche per l’affondo sopra menzionato e destinato a cambiare, almeno in parte, la scena meteo nella direzione di un transito di instabilità e di raffrescamenti. L’evoluzione prevista è di quelle rapide nelle quali il flusso instabile atlantico scivola, con tanto di curvatura ciclonica in quota, sino all’altezza del medio mediterraneo, ed attraversa la penisola da ovest ad est, o anche da nord-ovest a sud-est, coinvolgendo soprattutto il centro-nord e, gradualmente, introducendo una generale componente settentrionale. Inevitabile, da metà settimana, un incremento generale della instabilità sul centro-nord, destinato a strascichi sull’adriatico, accompagnato e seguito da raffrescamenti, possibili anche al meridione dopo la temporanea fiammata in corso. Ancora dubbi rimangono, peraltro, riguardo al grado di affondo ed al maggiore o minore coinvolgimento dei settori tirrenici, che, in questi casi ed in base alla resistenza dell’anticiclone, sono sempre da mettere in conto. Per come i vari istituti delineano, poi, il fine mese o l’immediato inizio di agosto, è assai corretto fermarsi qui, giacché il range delle possibilità che include quella di un successivo affondo capace di seguire le orme del precedente, quella di un successivo affondo che corre a latitudini settentrionali poco incisivo, o ancora quella di un affondo che scende questa volta più ad ovest con esiti tutti da capire, è davvero troppo ampio. Il disegno si riferisce alla situazione generale prevista intorno ai giorni 25/26 ed illustra, con l’evidenza della infiltrazione in quota in transito e di un contesto ben più azzorriano in sviluppo, quanto sopra descritto…
Pierangelo Perelli






























