La situazione meteo continua ad offrire i termini di un flusso ben ondulato ma avaro di affondi mediterranei degni di tale nome. Tutto questo ce lo racconta bene il disegno della situazione prevista in quota ad inizio terza decade e che guarda ad una geografia euro-atlantica a largo raggio. Il medesimo esprime, in modo chiaro, il senso di una difficoltà con cui le sacche oceaniche, ben attive sull’europa centro-settentrionale, tentano di scivolare di latitudine. Lo fanno, ma lo fanno con estensioni o diramazioni costrette ad indebolirsi o a perdersi in cut-off alle latitudini del mediterraneo meridionale o del nord-africa. Nello stesso disegno si possono osservare l’esito della saccatura che ci interesserà nel fine settimana e che ritroviamo, in veste di circolazione chiusa, a sud della grecia, e la nuova saccatura, il cui transito è previsto intorno a metà terza decade, che, in termini di valori barici e di fisionomia, non sembra mostrarsi così promettente. C’è da dire, però, che detta sacca potrebbe, sulla base di quanto ci dicono alcune proiezioni modellistiche, prendere vigore nel corso del suo transito sulla base di un certo rialzo anticiclonico a monte e di un ulteriore apporto del nord-atlantico per, alla fine, risultare più incisiva di quanto sembri. Speriamo. Vedremo poi se, a seguire, il marcato flusso atlantico tenderà ad abbassarsi e a rendere meno influente l’opposizione del sub-tropicale. Alcuni modelli questa possibilità la considerano, ma è davvero troppo presto per considerarla una certezza…
Pierangelo Perelli

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