Il difficile cammino delle infiltrazioni oceaniche è ben rappresentato dal corso della sacca che affonda sull’iberia e che lambisce l’europa occidentale. In qualche modo, scongiurando la possibilità di un suo cut-off, la medesima proverà a progredire, ma senza riuscire a farlo in modo franco, ostacolata com’è dal promontorio afro-mediterraneo. Nel corso dei prossimi giorni, piuttosto, risalirà, indebolendosi e per sfilarsi verso nord-est. Una tale sua evoluzione potrebbe, però, risultare non così effimera ed inutile, viste le non improbabili, seppur modeste, dirette conseguente sul nord-italia e, soprattutto, la possibilità di una conseguente apertura a nuove successive infiltrazioni, e stavolta nel segno di un contesto più occidentale e più incisivo, seppur ancora un pò disposto a latitudini relativamente settentrionali. Le linee che, nel disegno, marcano la doppia ondulazione all’altezza del nord-italia segnano proprio questa possibilità, e con la seconda sacca probabilmente destinata, intorno a fine decade, a coinvolgere qualcosa di più che il solo nord-italia. Lo stesso disegno indica, infatti, la situazione prevista in quota proprio a fine decade, e mostra la suddetta disposizione ciclonica disposta tra francia ed isole britanniche, tendenzialmente portata a muovere verso levante e, pertanto, probabile ulteriore sinonimo di una fase non proprio così stabile. Da qui a dire, però, che a seguire avanzeranno perturbazioni atlantiche a catena ce ne corre giacché, per come già detto in precedenza, la fascia delle alte pressioni, in un modo o in un altro, non appare così arrendevole, al punto di prospettare nuove disposizioni tutt’altro che favorevoli ad aperture verso occidente. E pur scongiurando promontori afro-mediterranei come quello di questi giorni, che, combinati con strutture cicloniche bloccate a levante, diventano assai insidiosi e motivo di fenomenologie alluvionali come quella delle ultime ore sulla francia, nulla vieta che, nel corso della prima parte di terza decade, si possano avere estensioni anticicloniche sull’europa nord-occidentale e sin sulla scandinavia. La partita, peraltro, risulta aperta, e non si possono certo escludere evoluzioni orientate nella direzione di affondi nord-occidentali, ma ancora meno si possono escludere rimonte di un certo significato, e, addirittura, così marcate e meridiane da mettere in moto spinte fredde da nord-est. In proposito la simbologia delle frecce nel disegno vuole proprio descrivere dette possibilità, tra quelle in cui la porta verso ovest trova il modo di aprirsi alle infiltrazioni del nord-atlantico (frecce viola) e quelle che vedono consolidamenti anticiclonici continentali, in casi estremi non estranei a moti retrogradi di saccature da nord-est quali sinonimo di afflussi freddi ed instabili di matrice continentale (frecce blu)…
Pierangelo Perelli

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