Un febbraio assai deludente per le speranze freddiste sta pilotando l’inverno verso i suoi ultimi atti, peraltro flebili e poco credibili. Eventuali involuzioni stagionali e ritorni di freddo, naturalmente, sono sempre possibili anche a stagione in epilogo, ma è chiaro che i ritorni di freddo nel corso del mese di marzo difficilmente sono in grado di produrre certi effetti desiderati. Peraltro, in un periodo ancora da pieno inverno come l’attuale, situazioni come quella che va delineandosi nel breve-medio termine non appartengono certamente al normale corso di uno zonale franco e lontano da estremi, tanto è che possono creare proprio certi disegni meteo non estranei, tanto ad importanti irruzioni fredde quanto ad importanti afflussi caldi prematuri. Di fatto in situazioni assai meridiane, frenanti il fisiologico flusso zonale, drastiche rimonte anticicloniche e drastiche discese depressionarie complementari disegnano il tema di scenari significativamente opposti e separati da una manciata di longitudine. Ed ecco che la prevista estensione di un promontorio anticiclonico di blocco così energico ed esteso sino alla scandinavia, può far risalire aria mite lungo l’europa occidentale e sino a quelle latitudini e può far scendere aria fredda continentale da nord-est, sino alle aree dell’egeo e del mediterraneo. Tuttavia la dinamica generale non appare tale da far pensare ad un afflusso freddo degno di tale nome ed appare piuttosto maggiormente favorevole ad una situazione di confine, nella quale l’invadenza anticiclonica non consente sfondamenti da est apprezzabili. Alla fine i nuclei freddi messi in movimento retrogrado da parte del disegno meridiano prima descritto, possono interessare maggiormente e più direttamente penisola balcanica ed egeo e, solo parzialmente, centro adriatico e meridione. Non solo; il descritto contesto in quota, da inquadrare nel prossimo fine settimana, rappresentato dalla simbologia delle linee e delle frecce, può anche risultare assai breve, e destinato a sfumare nell’arco di poco tempo, per gli effetti di un, almeno temporaneo, rientro dei massimi del nord europa. Il disegno generale, rappresentativo della situazione in quota prevista tra la fine del mese e l’inizio di marzo, delinea, infatti, una configurazione meno estrema in cui si nota il ridimensionamento della espansione anticiclonica e, di conseguenza, una quadro molto meno favorevole a freddi movimenti retrogradi…
Pierangelo Perelli

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