Editoriali Slider — 29 Marzo 2022

Nel disegno riferito alla situazione generale prevista intorno al 2 aprile si può apprezzare il significativo affondo in area mediterranea collegato all’ampia saccatura alimentata da aria del nord-atlantico e dei mari del nord. La medesima sacca ingloba buona parte del continente e presenta un vero e proprio polo freddo proprio sul nostro centro-nord, nell’ambito di una configurazione matura o barotropa figlia della ciclogenesi delle 48/72 ore precedenti. Circolazione ciclonica al suolo e polo freddo in quota disposti entrambi, in modo coincidente, approssimativamente tra il golfo ligure, l’alto tirreno e le regioni settentrionali non possono che essere sinonimo di spiccata instabilità e dello strascico di tempo variabile o perturbato che è tipico del passaggio dei sistemi organizzati o ben strutturati a tutte le quote come quello in questione. Sistemi del genere si presentano con sistemi frontali e linee di instabilità successive che mantengono il tempo variabile ed instabile per qualche giorno in virtù proprio di una evoluzione che vede il transito di una ben marcata depressione in approfondimento e la confluenza successiva nella medesima depressione del polo freddo o della saccatura in quota. A dispetto di un effetto tunnel assai probabile da parte della depressione ancora a largo sull’oceano il trasferimento verso levante del sistema in questione può instaurare un graduale miglioramento nei giorni successivi, ma forse non così deciso o, quanto meno, non ascrivibile a promontori anticiclonico in grado di ripristinare blocchi o barriere. Se infatti esaminiamo il trend del jet stream di tutta la prima decade del mese possiamo identificare un suo certo orientamento nella direzione di una compattazione di natura prettamente zonale, seppur non estranea alla possibilità di onde apprezzabili. Tutto il profilo associato alla simbologia delle frecce piccole e medie serve ad identificare l’andamento del getto e dei relativi forcing di inizio mese mentre le frecce grandi in semitrasparenza servono ad identificarne l’andamento intorno ai giorni 4/5. Nel passaggio dal primo profilo al secondo si può cogliere la tendenza verso una minore presenza anticiclonica sul nord-atlantico e verso flussi più occidentali che possono preludere ad una fase di qualche giorno sostanzialmente variabile e non estranea sia a fasi relativamente stabili e sia a fasi caratterizzate da moderati ulteriori affondi atlantici o nord-atlantici…

Pierangelo Perelli

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