Lo schema del flusso in alta troposfera, e ad es. ai 250 hPa, ci da l’idea di un quadro prettamente oceanico, relativamente zonale, e con fronte polare non così elevato di latitudine. Al netto di un sub-tropicale che, come è normale che sia, al di sotto di una certa latitudine presenta ancora valori prettamente estivi, su europa centrale ed europa settentrionale si identifica una configurazione da stagione stanca e da primi segnali di autunno. Non si tratta di dire che l’estate è finita. Tutt’altro. L’estate potrà anche, nel corso del prossimo mese, tornare a fare la voce grossa. Ma è un fatto che la fase in corso, e destinata a sfociare anche nei primi di settembre, è, come detto in precedenza e rispetto alla calura della prima parte di agosto, tutta un’altra estate, quanto meno sul centro-nord. Il disegno del jet stream dei 250 hPa si riferisce alla situazione a 72 ore e mostra in maniera chiara un flusso groenlandese che, con onde successive spinge verso il continente riuscendo ad affondare, a momenti, sino sul mediterraneo, e neanche con ondulazioni talora troppo effimere e secondarie o derivate. Là dove i colori sono più scuri e le frecce sono più grandi risultano i contrasti più consistenti e le accelerazioni più intense, con l’evidenza di una spinta o di un forcing nord-ovest/sud-est di tutto rispetto, capace certamente di spingere aria fredda in quota verso latitudini più meridionali e, conseguentemente, di muovere o generare saccature fino sull’area mediterranea settentrionale. Non si tratta certamente di cose da autunno; ma si tratta comunque di una disposizione che favorisce variabilità, talora accentuazione della instabilità al passaggio di dette ondulazioni negative, e contenimento, almeno sul centro-nord, delle temperature…
Pierangelo Perelli






























