Editoriali Slider — 25 Novembre 2020

Il rompicapo meteo dei prossimi giorni, della fine del mese e dell’inizio del prossimo, continua e rende problematica ogni interpretazione possibile delle proiezioni dei vari modelli. Contesti del genere si manifestano quando il jet stream fa le bizze, ovvero quando il suo andamento si allontana da quello ideale o standard e trova il modo di subire grandi oscillazioni, deviazioni, divisioni. Da qualche tempo di fatto si osservano una sua deviazione verso le alte latitudini del continente e, nel contempo, una sua diramazione che scivola verso le basse latitudini dell’iberia e del suo vicino oceano. Quando il jet stream frena e devìa verso nord-est possono certamente anche aprirsi prospettive di richiami freddi verso l’europa centrale e persino il mediterraneo, ma occorre sempre inquadrare detto movimento nel contesto generale e nelle sue altrettanto generali dinamiche, da cui possono non essere estranei altri grandi movimenti quali quello del ramo africano del sub-tropicale e, come in questo caso, quello della corrente derivata occidentale delle basse latitudini. Al netto del fatto che detto trend sembra voler persistere, nel cercare allora di capire qualcosa sulle possibili evoluzioni prossime future si possono, quanto meno, ammettere un certo richiamo retrogrado di masse d’aria fredda orientali o nord-orientali e un forcing occidentale mite ed umido, più o meno ostacolato dal sub-tropicale, ai livelli di iberia e mediterraneo. E quel che una situazione del genere può innescare piacevolmente nella mente dei freddisti come il sottoscritto si fa presto a capirlo. Ma occorre anche ammettere che una eventuale interazione o fasatura bella e buona tra le due componenti, e magari proprio sulle nostre aree, non appare per nulla così semplice. Ed anzi, appare assai complicata. E quello che appare assai complicato non è tanto la possibilità di un certo moderato richiamo freddo al suolo assai possibile, bensì quello da freddisti auspicabile di una vera e propria situazione da polo freddo e da depressione invernale. E questo perché la fredda vorticità del continente, in virtù di un comportamento dell’alta pressione delle alte altitudini non così ben definito o un pò ambiguo, non appare così propenso a decisi moti retrogradi verso ovest e tanto meno verso sud-ovest, mentre appare più decisa l’azione ciclonica che muove dall’iberia e che può anche muoversi verso nord-est. Certezze, in ogni caso, al momento, non ne vedo e trovo, altresì, decisamente complicato interpretare oltre il medio termine. Il disegno mostra la situazione prevista in quota dal modello europeo per l’estremo fine mese, nella quale si nota la moderata azione depressionaria che, proveniente dalla spagna, ha sfondato, e nella quale si nota il polo freddo sul nord-est del continente che, va detto, non tende a scivolare ma tende, piuttosto, ad essere inglobato dal flusso delle alte latitudini. E se altri modelli, invece, detto polo freddo lo indicano meno estraneo, altro non fanno che confermare tutte le incertezze associate a questa complicata fase…

Pierangelo Perelli

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