Editoriali Slider — 22 Aprile 2025

Il sottoscritto si diverte a commentare o analizzare, in grandi linee, le carte meteo delle isoipse, delle isobare, ecc. ecc. ma la rete è piena di pagine, siti e canali, in cui si fanno delle vere e proprie previsioni. Naturalmente nulla di illegittimo che, accanto ai servizi più noti, più ufficiali e più accreditati, a qualcuno piaccia mettere in piedi altrettanti servizi di previsione. Del resto, a farlo non ci vuole neanche molto, in relazione al fatto che di previsioni e di proposte da parte di vari modelli la stessa rete è piena. Va però osservato un fatto, che non credo sia casuale, ed ovvero che parlare di cicloni, uragani mediterranei, fenomeni estremi e robe da arca di Noè piuttosto che di normali depressioni, infiltrazioni in quota, tempo variabile ed instabilità, è tipico sempre di certi soliti canali, siti, a cui, evidentemente, e in relazione a questo lascio a chi mi legge l’opinione riguardo a quale può essere il motivo di questi modi fiabeschi e roboanti di fare la meteo (meteo?), piacciono certi modi, appunto. Se osserviamo il disegno della situazione generale prevista intorno ai giorni 24/25 aprile riusciamo facilmente a captare l’idea di un quadro da caratteristiche infiltrazioni in quota da nord-ovest, in forma anche di gocce fredde, in verità poco ciclogenetiche ma, sicuramente capaci di regalarci, nei prossimi giorni, il caratteristico tempo instabile soprattutto delle ore pomeridiane e delle zone interne, specie se collinari/montuose. E’ evidente il fatto che questo non esclude la possibilità di estensioni maggiori dei fenomeni, ma sempre nell’ambito di un disegno che non corrisponde a delle vere e proprie perturbazioni organizzate o a delle vere e proprie depressioni. Per qualcuno tutto questo può essere descritto o spiegato con il transito sull’italia di una successione di cicloni capaci anche di fenomeni estremi. Provate ad ascoltare le ultime previsioni dei Giuliacci o dei Sottocorona, ovvero di importanti ed accreditati meteorologi italiani, per sentire se vi parlano di cicloni a non finire o se utilizzano un linguaggio più sobrio e più conforme…

Pierangelo Perelli

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