Il break tutt’ora in atto introduce una nuova fase della stagione, di sicuro meno brillante ma, nel contempo, più gradevole. Ed è molto probabile che questo residuo del mese finisca per offrire un contesto con temperature contenute ed una certa variabilità. Nulla di compromesso in assoluto ma neanche senza motivo di disturbi atlantici in grado di rendere il tempo associato ad una certa alternanza di momenti meno movimentati e di momenti con transiti o di relativa instabilità variamente distribuita, non solo delle ore diurne e delle zone interne. Nella sostanza non sembra che avremo, da qui a fine mese, riprese del sub-tropicale particolari. Sembra, invece, che avremo un flusso mediamente zonale, più o meno ondulato, con trasporto di moderate saccature o infiltrazioni, in grado di interessare o lambire le nostre regioni centro-settentrionali. Il disegno, della situazione generale riferita ai giorni 24/25, mostra chiaro il senso di un contesto occidentale atlantico relativamente mobile, con movimento di apprezzabili sistemi perturbati sul centro-nord europeo e con il mediterraneo quale area di confine tra detto disegno e quello meridionale del sub-tropicale. Il respiro atlantico dopo un periodo di freno del medesimo e specialmente a fine agosto, non è cosa strana; è cosa fisiologica che rientra negli equilibri della dinamica del grande quadro associato al jet stream nel contesto degli scambi termici a livello emisferico. In tal caso le eventuali onde positive diventano meno pronunciate o meno solide, non in grado di frenare il forcing zonale, risultando invece mobili e talora più termiche che dinamiche. L’onda anticiclonica che mostra il disegno e che sale oltre le isole britanniche rientra in questa ottica, tant’è che è destinata a ridimensionamento e a movimento verso levante. Merita una notazione particolare la profonda circolazione ciclonica a largo delle isole britanniche e che rappresenta, in parte, la derivazione dell’uragano Erin, attualmente a ridosso dell’East Coat. Il medesimo uragano rientra, infatti, tra quelli che finiscono per essere agganciati dal flusso zonale ed essere trascinati in oceano verso nord-est, diventando, a tutti gli effetti, cicloni extratropicali ed ovvero tutt’altra cosa, anche se, talora, mantenendo una certa forza memore di quello che sono stati…
Pierangelo Perelli






























