Si conferma la fase primaverile o semi-primaverile in atto e si conferma anche il cambio meteo, identificato in precedenza, di inizio terza decade. La fase in corso, supportata da un modesto promontorio sub-tropicale, che non esclude infiltrazioni da nord-ovest ed anche momenti piovosi limitati ad alcune aree della penisola, ci accompagnerà sino a fine seconda decade. Tutti i modelli, poi, inquadrano un cambiamento della configurazione generale su scala euro-atlantica che, se inizialmente conduce alla discesa di un affondo defilato e su iberia e gibilterra, successivamente delinea minacciose aperture a nord o a nord-ovest, tutte da verificare nei termini di possibili disturbi alla primavera. E questo per il fatto che al seguito della discesa della depressione iberica destinata praticamente a cut-off, a scivolare sul nord-africa e a non interessarci, la pressione mediterranea non mostra di tenere in modo apprezzabile, sino a sconfessare la possibilità di quel concorso azzorre-promontorio africano, quale ipotesi previsionale tra quelle in ballo per quei giorni. Dunque l’affondo atlantico dell’immediato inizio di terza decade ci trascura e scivola lungo l’iberia andando a chiudersi sul nord-africa, ma a monte i valori barici non crescono mentre crescono piuttosto sull’atlantico e sino a ridosso delle isole britanniche, così da innescare azioni settentrionali di tutto rispetto e che non nascondono, tra gli obiettivi, lo stesso mediterraneo. In questo modo, nel corso dei giorni intorno alla metà di terza decade può accadere che la primavera sia costretta a rifornisci di un guasto, di una probabile fase più fresca e più instabile, se non ancorata ad un relativo regresso stagionale…
Pierangelo Perelli

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