L’ipotesi di una svolta meteo natalizia, intravista già in precedenza, prende quota e promette, quanto meno, l’evoluzione verso una fase decisamente più consona al periodo. Il grado dell’eventuale raffreddamento è ancora in fase di verifica ed occorreranno ulteriori run modellistici per averne conoscenza più precisa. In ogni caso sembra che, a partire dai primi giorni di terza decade, la configurazione generale tenda a maturare nella direzione di qualcosa di assai diverso dalla situazione attuale, quale situazione a metà tra l’ingresso di sofferte infiltrazioni atlantiche e l’influenza del sub-tropicale. La causa del cambio suddetto è da assegnare ad un affondo iberico-mediterraneo, stavolta ben più deciso dei precedenti e, soprattutto, legato ad una rimonta di alta pressione in sede islandese e scandinava che, quando si verifica, promette spesso e volentieri evoluzioni nella direzione di situazioni retrograde e da rex-blocking. Da qui a dire che avremo un rex-blocking di quelli che governano afflussi freddi artico-continentali in mediterraneo ce ne corre. Ma è chiaro che la possibilità di una fase continentale o balcanica, successiva all’affondo suddetto, e da inquadrare nei giorni successivi al natale e di fine anno, non è più, certamente ed alla luce di quanto mostrano le ultime emissioni modellistiche, ipotesi così remota. Naturalmente vedremo. Il disegno mostra la situazione generale prevista intorno ai giorni 22/23 ed inquadra perfettamente, con il supporto della freccia blu, l’affondo del nord-atlantico che, con asse nord/sud o nord-ovest/sud-est, ingloba l’europa occidentale sino all’entroterra africano. La freccia più piccola viola intende, a sua volta, indicare l’evoluzione della medesima isoipsa nei giorni immediatamente successivi e, soprattutto, sottolineare come lo stesso profilo depressionario tenda a muovere verso est e tenda ad acquisire un assetto ad asse più ovest/est, eventuale preludio di un disegno, per come segnalato dalle due frecce grandi, con alta pressione sul nord-europa, con fascia depressionaria a più basse latitudini e, di conseguenza, con afflusso dai quadranti orientali o nord-orientali. In detti casi, naturalmente, la cautela, nel considerare la possibilità di afflussi freddi del genere, è sempre d’obbligo, un pò per la distanza temporale non trascurabile e un pò perché se evoluzioni del genere possono effettivamente sfociare in afflussi freddi dalle nostre parti lo possono fare ammesso che l’eventuale blocco si distribuisca in maniera tale da inglobare nella corrente che fluisce da est latitudini sufficientemente meridionali…
Pierangelo Perelli






























