La stagione sta viaggiando da tempo lungo una strada che non è proprio quella della primavera più classica. Dopo l’alternanza di azioni sub-tropicali afro-mediterranee e di afflussi settentrionali semi-invernali, assimilabili ad altrettante fasi di segno opposto ed ugualmente poco piovose, la pioggia è arrivata nel rispetto dei canoni primaverili di una bella infiltrazione da ovest, tanto promettente, però, quanto illusoria. Per illusorio intendo, appunto, un contesto meteo che mostra la possibilità di un corso oceanico variabile e tipico per il periodo, ma che, di contro, tende subito ad essere nuovamente sostituito da evoluzioni assai meno tipiche. Quanto ci è dato di vedere, infatti, è un jet stream che, sostanzialmente tende a deviare verso nord-est sull’alto atlantico, lasciando anche poco spazio ad eventuali sue derivazioni dirette verso le basse latitudini ed il mediterraneo. Il campo barico positivo che il sub-tropicale ramo oceanico tende a collocare sull’europa nord-occidentale, sino alla scandinavia, non è così marcato ma è sufficiente a delineare la classica situazione pattern simil WR4 o Scand+, che non è mai foriera di tempo caldo e stabile in mediterraneo. A tale campo positivo distribuito sul nord-europa, infatti, tende a corrispondere una falla alle basse latitudini che si orienta, per ragioni dinamiche, da est ad ovest, mantenendo in area mediterranea, appunto, le condizioni dettate da valori di pressione relativamente bassi e da infiltrazioni di aria instabile del nord-europa. In questo modo la saccatura atlantica foriera delle piogge in atto diventa di chiusura giacché seguita da nuovo relativo sbarramento della porta oceanica e, pertanto, dalle condizioni di una moderata falla mediterranea capace, più o meno, di mantenersi attiva e di agganciare o attirare eventuali apporti provenienti dall’oceano e frutto di rami derivati dell’estraneo flusso principale del jet stream. Il disegno, con il supporto della simbologia, marca la situazione prevista in quota del prossimo fine settimana e delinea perfettamente la configurazione appena descritta, frutto di una evoluzione destinata a maturare nel corso dei prossimi giorni. La medesima simbologia serve ad enfatizzare il quadro delle forze dominanti in gioco, che vede il grande flusso principale in quota proiettarsi verso nord-est sull’alto atlantico, l’alta pressione oceanica tendere a pulsazioni meridiane dirette verso nord o nord-est e lo scacchiere mediterraneo rimanere impantanato nelle maglie di un disegno relativamente ciclonico alimentato fondamentalmente da correnti nord-orientali. Oltretutto una situazione del genere, oltre che moderatamente instabile, risulta anche, in primis sul centro-nord, non particolarmente calda o mite. E se anche l’inizio della terza decade non mostra tendenze nella direzione di franche aperture all’atlantico e alle azzorre, riguardo alla possibilità di stabilizzazioni e rialzi termici apprezzabili si può tener conto, tra le altre, di una ipotesi evolutiva che vede il profilo depressionario estendersi più ad ovest sull’iberia e, di conseguenza, mettere in azione il ramo afro-mediterraneo del sub-tropicale. Il che, riguardo al protagonismo del grande ovest, è tutto dire…
Pierangelo Perelli

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